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Il ventre di Santa Cecilia in Trastevere

s_Cecilia_-_casa_romanaUna Chiesa con un ventre sotterraneo. Una storia che vive nascosta e lontana dalla vita che frenetica “sciorina”, giorno dopo giorno e anno dopo anno, qualche metro più su. E una leggenda che parla di una “vergine illustre” e di un “martirio”. E poi, ambienti di epoca romana e di altre epoche ancora, che si intrecciano, si alternano, e si compongono irriverenti agli sguardi di studiosi e appassionati. Forse, è l’assenza di luce naturale e il colore tipico che assume l’oscurità ricevendo “lume” artificiale, o quella temperatura fresca e piacevole che hanno i luoghi sotterranei, a rendere gradevole e interessante la passeggiata in un posto dove “sacro e profano” si mescolano, si alternano e si mostrano nel loro essere tutto e niente.

Santa Cecilia in Trastevere è la Chiesa. I sotterranei sono quelli venuti alla luce nel 1899 durante i lavori di sistemazione della cripta. La leggenda è legata a Cecilia moglie di Valeriano testimone anche del suo martirio. Ed ecco che il sacro si allinea al profano laddove la storia inizia il suo racconto.

La Chiesa sorge sulla casa familiare di Cecilia, “vergine illustre, nata da nobile stirpe romana”, suppliziata intorno al 220 d.C.. Cecilia, infatti, viene convertita alla “nuova” fede che non rinnega ma anzi la diffonde, e proprio per questo motivo è imprigionata e uccisa. Sono i primissimi anni del cristianesimo, e a quel tempo il “nuovo” culto era proibito e perseguitato e Papa Urbano I, che aveva convertito il marito di lei, Valeriano, “seppellì il corpo di Cecilia tra quelli dei vescovi e consacrò la sua casa trasformandola in una chiesa, così come gli aveva chiesto.”

Santa_Ceciclia_Travesere_mosaiqueNel IX secolo, Papa Pasquale I, grande recuperatore di reliquie ed edificatore di chiese, ebbe in sogno la visione di Cecilia che gli rivelava la propria sepoltura: fece quindi erigere la chiesa in forma basilicale sul luogo della precedente e vi traslò il corpo.

Durante i lavori di ristrutturazione, nella Chiesa, effettuati nel 1599 fu aperto il sepolcro di marmo di Cecilia e nella ulteriore cassa di cipresso che esso racchiudeva si ritrovò il corpo integro, vestito di bianco e con il segno delle ferite sul collo. L’evento fu considerato miracoloso.

Tre secoli dopo, nel 1899, il Cardinale Mariano Rampolla del Tindaro, decise di restaurare e ampliare la cripta della Chiesa. Con l’occasione furono effettuati saggi di scavo nel pavimento della chiesa e del convento, per una profondità di circa 5 metri, che portarono alla scoperta di numerosi e complessi ambienti.

Il livello più antico di questi sotterranei mostra la presenza di un’abitazione di età repubblicana che venne ampliata e ristrutturata fino a includere un’altra casa dello stesso periodo. Queste trasformazioni, avvenute in un arco di tempo che va dal periodo repubblicano fino al IV secolo d.C., trasformarono la natura originaria del luogo, tanto da indurre alcuni studiosi a ritenere che il complesso, in quanto privo di tutti gli attributi tipici di una domus, fosse da collocare, data anche la vicinanza al fiume Tevere, nel contesto, appunto, commerciale e artigianale della regione trasteverina.

Santa_Ceciclia_Travesere_emblemeUn’atmosfera un po’ cupa, quasi tetra denota un piccolo antiquarium con le sue sculture, epigrafi e frammenti. A seguire un “serpentone” di stanze e corridoi dove non mancano pilastri, rattoppamenti e pavimenti su più strati a simboleggiare una convulsa “vita edilizia”. E poi, una stanza rettangolare, una conceria di pelli con le sue sette vasche circolari in mattoni. Preziosi sarcofaghi, invece, abbelliscono un grande ambiente e lo scenario da “cupo e quasi tetro” si veste di accoglienza, intimità e calore. Un’antica domus con l’immagine profilata di una Minerva con elmo e scettro impreziosisce la passeggiata.

Pochi passi e lo scenario muta nuovamente. Colore e ricchezza irrompono nei sotterranei. Una selva di colonnine, quasi un reticolo, sorreggono il perso di velari ornati di stucchi e tempestati di mosaici a formare una cripta del Novecento di sapore neobizatino.

santa_cecilia-criptaE nel 1988, sotto la Cappella delle Reliquie e del Convento delle Francescane è stato riportato alla luce un altro “pezzo”, una vasca battesimale circolare in laterizio, risalente al V secolo, testimonianza, rarissima a Roma, del battesimo per immersione.

Un ventre, un sotterraneo che contiene storie, leggende e opere di varie epoche incastonate tra di loro quasi come fossero un mosaico. Un itinerario che il suolo ha restituito all’uomo in tutta la sua completezza e meraviglia. Un posto dove vale la pena andare anche solo per ascoltare la voce di quel silenzio che i corridoi, le stanze e i pavimenti sanno ancora raccontare.

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