C’è un posto a Roma davvero molto caro ai suoi abitanti e ai turisti. Sarà perché sprigiona una magia particolare, sarà perché fa da cornice alle opere liriche più belle della tradizione italiana, sarà perché la sua storia ha radici molto antiche: fatto sta che le Terme di Caracalla rappresentano uno dei posti più affascinanti della Città Eterna. E ogni volta che ci si passa davanti, non si può fare a meno di osservarle in tutta la loro spettacolarità.
In questo periodo dell’anno, all’inizio della bella stagione, le Terme vivono un momento particolarmente entusiasmante perché sono la “succursale estiva” del Teatro dell’Opera. Certo, chiamarle succursale è davvero riduttivo, ma ben ci spiega che in estate la gran parte delle opere previste nel cartellone dell’Opera di Roma si svolgono all’aperto presso le Terme di Caracalla.
I balletti più celebri e le opere liriche più entusiasmanti si vestono di altre emozioni sotto il cielo stellato di Roma, circondati dalla maestosità di questo complesso archeologico.
Era il 1937 quando il Teatro dell’Opera decise di trasferire la sua stagione estiva alle Terme di Caracalla. Qui, tra ruderi che arrivano a quasi trenta metri di altezza e spazi verdi, si sono esibiti artisti di fama internazionale che hanno fatto del palco di queste terme imperiali uno dei più prestigiosi al mondo. Da José Carreras, Placido Domingo e Luciano Pavarotti, protagonisti del primo concerto dei Tre Tenori nell’estate 1990, a Maria Callas, Giacomo Lauri-Volpi, Mario Del Monaco, Tito Gobbi, Giulietta Simionato, Antonietta Stella e ancora tanti altri.
Ma facciamo un passo indietro, a quando, molti secoli fa, l’Imperatore Caracalla ideò questo progetto e lo portò avanti fermamente per offrire alla città di Roma un complesso termale grandioso. I lavori iniziarono nel 212 dopo Cristo e vennero portati avanti nel tempo da altre dinastie. Venne creato appositamente l’Acqua Antoniana, un ramo speciale dell’Acqua Marcia, uno degli acquedotti di Roma antica. Novemila operai lavorarono assiduamente per realizzare l’enorme piattaforma alle pendici dell’Aventino, nella parte a sud della città.
Fin da subito le Terme di Caracalla, chiamate anche Antoniniane dalla dinastia degli Antonini, si presentarono come uno dei più importanti centri termali dell’antichità e la loro fama venne sempre associata alla fastosità e alle splendide decorazioni. Dal 537 in poi, quando vennero tagliati gli acquedotti, il complesso perse la sua funzione originaria termale, nelle quale si privilegiava la cura del corpo, il bagno e lo sport. Da allora si susseguirono varie vicissitudini: da cimitero a luogo preferito dagli archeologi per gli scavi – vennero riportate alla luce numerose opere d’arte, tra cui il Mitreo – , dai restauri all’aspetto attuale che mantiene la magnificenza e il prestigio che le sono sempre appartenute, nonostante la perdita di alcune parti.
Considerato una delle sette meraviglie di Roma, il complesso si erge in una delle zone più antiche della città, immerso nel verde e ancora lontano dai palazzoni moderni del quartiere Eur. A due passi dal Circo Massimo e dal Colosseo, ben si colloca in un contesto del genere, in tutta la sua raffinatezza e antichità.
Quale posto migliore per dare vita alle meravigliose opere che arricchiscono incredibilmente il patrimonio culturale italiano? Assistere a capolavori come l’Aida, il Rigoletto (previsti per questa stagione estiva), Madama Butterfly e Tosca non ha prezzo. E anche la grazia e l’eleganza diffuse da un balletto classico hanno tutto un altro sapore se calate nell’atmosfera suggestiva delle Terme di Caracalla. Nei primi giorni di luglio, a questo proposito, sarà di scena Romeo e Giulietta.
Se ancora non lo avete fatto e neanche siete grandi appassionati di lirica e balletto, si può sempre rimediare facendo una passeggiata con il grande complesso archeologico sullo sfondo. Soprattutto di sera, quando le sue luci illuminano delicatamente lo spazio circostante creando uno scenario da pelle d’oca.