“Panem et Circenses” o più attualmente ” l’oppio dei popoli”. Gli antichi romani lo avevano capito molto bene e lo hanno tramandato nel tempo altrettanto bene.
Oggi: il calcio, le corse, la televisione. Il popolo è contento e si può controllare meglio, si possono fare i propri interessi meglio e le masse non stanno tanto a sindacare.
Anche nell’antica Roma il potere aveva bisogno di qualcosa che distraesse le masse, che non le facesse pensare troppo e ciò che in realtà era la loro vita e il loro futuro gestito ed organizzato da pochi eletti. In quell’epoca esistevano i gladiatori e le corse delle bighe, con grandiosi spettacoli ad intrattenere e distrarre. Se non altro, gli Antichi Romani, quando facevano una cosa la facevano bene ed hanno lasciato ai posteri opere e testimonianze sparse in tutto il mondo, allora conosciuto, della loro grandezza, con teatri, anfiteatri, circhi e monumenti che hanno sfidato i secoli arrivando ai giorni nostri in discreto stato per istruirci degli usi e consuetudini di allora.
I più famosi sono il Colosseo e il Circo Massimo. Il primo, posto al centro dei Fori Imperiali, ha una visibilità sicuramente superiore e forse anche una pubblicità più rilevante, mentre il secondo, posto ai piedi del Colle Aventino e sicuramente più defilato rispetto ai classici percorsi turistici, rimane un po’ più difficile da scorgere.
Ma per i Romani avevano più o meno la stessa importanza e la stessa notorietà, tanto che, il Circo Massimo, dalla sua costruzione iniziale, ad opera di Tarquinio Prisco nel secolo VII A.C., fu poi restaurato, ingrandito e migliorato da vari Imperatori quali Augusto, Traiano e Caracalla. Oggi daremo dei cenni storici e turistici proprio sul Circo Massimo.
Di forma ellittica con misure di 664 m. x 124 m. era (e si distinguono ancora oggi) circondato da gradinate con al centro di uno dei lati lunghi un palco imperiale, poteva contenere fino a 300.000 persone (cioè come 4 stadi di calcio) ed era adibito per le corse delle bighe e delle quadrighe, ossia carri a due ruote trainati da due o quattro cavalli condotti da un uomo chiamato “Auriga”.
In genere le gare erano composte da quattro squadre contraddistinte da quattro colori diversi e rappresentavano quattro zone della città. In pratica, un incrocio tra il Palio di Siena e l’attuale Formula 1, in cui gli Aurighi più bravi venivano contesi dalle varie squadre ed anche sulle bighe e quadrighe si applicavano vari trucchi e migliorie per cercare di eliminare gli avversari. Non erano semplici corse perché tutto era ammesso e quindi spesso si trasformavano in scontri sanguinari tra carri e in cui a volte veniva coinvolto anche il pubblico in incidenti spettacolari.
Tutto ciò appassionò sempre più il popolo Romano che arrivò in un certo periodo anche a preferirlo agli spettacoli del Colosseo. In relazione a questo il Circo ebbe un’evoluzione nei secoli che lo rese sempre più bello e spettacolare, partendo da una struttura in legno ed arrivando ad avere tutto lastricato in marmo e travertino, con al centro della secante delle due curve 2 grandi obelischi originali egiziani (che oggi potete ammirare a Piazza del Popolo e a Piazza San Giovanni in Laterano) che delimitavano la pista.
L’ultimo Imperatore che lo restaurò e lo utilizzò fu Costantino, dopodiché con l’arrivo del Medio Evo fu abbandonato a se stesso e depredato di tutte le strutture di pregio, colpa anche del restringimento della città di Roma e della posizione decentrata che aveva.
Nel corso dei secoli successivi fu luogo di fortificazioni e progressivi interramenti che lo hanno fatto arrivare ai giorni nostri così come si trova, come uno scheletro di ciò che fu, ma che ancora fa intuire la grandezza di ciò che era.
Ai giorni nostri ha ritrovato una certa celebrità grazie al film “Ben Hur”, che ha reso note le corse dei carri, e grazie a concerti e spettacoli di Star Internazionali che hanno attirato pubblico da tutto il mondo.