Quando sento parlare dell’Appia Antica mi viene sempre in mente l’immagine di un tipico sabato mattina della mia infanzia, quando mia madre era a scuola e mio padre portava me e mia sorella a passeggiare lungo la più rinomata strada della Roma Antica.
Con la scusa di raccogliere la rughetta selvatica per il pranzo, di settimana in settimana papà riusciva nell’impresa non proprio facilissima, di appassionare due bambine alla storia millenaria legate a quelle rovine romane in cui ci si imbatte tutt’ora passeggiando lungo l’Appia Antica.
La pigrizia svaniva come per incanto non appena incontravamo il primo dei tanti sarcofagi di cui la strada è disseminata e poi la misteriosa torretta che più tardi avremmo scoperto essere il mausoleo di Cecilia Metella. Archeologhe fantasiose, arricchivamo la storia di particolari forse un pò surreali ma decisamente avvincenti.
La domenica invece, con un folto gruppo di famiglie munite di panini e biciclette, le escursioni si spostavano nella Valle della Caffarella, che è forse il vero e proprio cuore verde del parco. Ma passiamo a qualche informazione meno nostalgica.
Il primo tracciato della nuova strada, che avrebbe costituito il principale collegamento tra Roma e la Campania e più avanti anche con l’importante porto di Brindisi, risale al 312 a.C. Il punto di forza della strada intitolata al console Appio Claudio, fu l’utilizzo di grandi pietre levigate e combacianti che rendevano la pavimentazione regolare e facilmente percorribile con ogni mezzo di trasporto. L’ingegnosa novità, che diventò poi la base su cui fu costruito l’intero reticolato viario dell’Impero romano, fece dell’Appia Antica una strada moderna ed efficiente, soprannominata per questo “Regina Viarum”.
I reperti che ancora oggi si possono ammirare passeggiando lungo questa strada, sono innumerevoli. Basti pensare alla Porta San Sebastiano, alle catacombe di San Callisto e di Domitilla, alle diverse torri medievali costruite sulle rovine di antiche costruzioni romane, alla Villa dei Quintili, al già citato mausoleo di Cecilia Metella. Nella Valle della Caffarella, oltre alla meraviglie naturalistiche si trovano il Ninfeo di Egeria, il Tempio del dio Redicolo, la chiesa Sant’Urbano e naturalmente il Parco degli Acquedotti.
Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, mutò anche l’assetto delle rotte commerciali e l’Appia Antica perse il suo ruolo centrale, andando incontro a degrado e saccheggiamenti. I monumenti lungo la strada furono depredati da “pseudoarcheologi” di tutta Europa che liberamente portarono via reperti da esporre nei musei dei rispettivi paesi di origine. Parte del patrimonio monumentale fu invece consegnato nelle mani di famiglie baronali che trasformarono le costruzioni romane in residenze private.
Già in epoca napoleonica lo stato di degrado in cui era precipitata la strada romana suscitò il desiderio di recuperare le bellezze della vasta area che si estendeva tra la Colonna Traiana ed i castelli Romani per riportarla agli antichi splendori. Questo desiderio rimase a lungo nella sua fase progettuale e l’agognata protezione dell’area fu accantonata per lasciare spazio alle mire costruttrici scaturite nel secondo dopoguerra.
La frenesia cementificatrice fu frenata in tempo grazie all’impegno di un gruppo di intellettuali, architetti ed urbanisti guidati da Antonio Cederna, che per decenni si battè in prima linea per salvaguardare l’integrità dell’antica “Regina delle strade”.
Nel 1988 fu così istituito il Parco regionale protetto, con l’intento fondamentale di conservare e valorizzare le ricchezze monumentali e naturalistiche dell’intera zona e promuoverne la conoscenza tra gli abitanti romani.
A questo proposito ho realizzato con grande stupore che molti “romani Doc” non hanno mai passeggiato lungo l’Appia Antica e spesso non sono neanche in grado di collocarla geograficamente all’interno della città. Come porre rimedio a questa lacuna? Presto detto: basta scegliere una domenica qualsiasi e partecipare alle innumerevoli attività proposte.
Sono sicura che l’escursione sarà entusiasmante non solo per i bambini in cerca di avventure, ma anche per tutti gli amanti di una Roma che non dovrebbe davvero passare inosservata.
Per informazioni dettagliate riguardo le attività proposte, consultare il programma completo sul sito www.parcoappiaantica.it
Le foto sono tratte da Wikipedia