Se oggi la zona intorno alla stazione Termini si presenta come un crocevia di persone e culture, punto di snodo per i cittadini che si muovono con i mezzi pubblici, sempre affollata da turisti che vanno e vengono, non meno frequentata era all'epoca degli antichi romani.
La posizione dell'imponente complesso termale sul colle del Viminale non è certo frutto di una coincidenza. Quando, nel 298 a.C., Massimiano ordinò di dare inizio ai lavori di costruzione, egli era ben consapevole che in quell'area strategica sarebbero confluiti gli abitanti delle zone contigue, creando un importante luogo d'incontro.
Oggi andare alle Terme significa prendersi uno o più giorni di ferie nel tentativo di riacquistare forze dopo un intenso periodo di stress lavorativo, abbandonandosi ai vari trattamenti rigeneranti che vengono pubblicizzati in ogni dove.
Nella cultura dell'antica Roma le terme svolgevano invece un ruolo fondamentale nella vita di tutti i giorni, non solo per quanto riguarda le pratiche balneoterapiche e l'igiene personale, ma soprattutto dal punto di vista del vivere comune.
Si andava alle Terme per socializzare e per partecipare attivamente degli avvenimenti cittadini e, tra un bagno e l'altro, si dibatteva di politica, attualità o poesia. Per questo una zona importante delle terme era dedicata al "ginnasio", importato dalla tradizione greca, dove si poteva assistere a conferenze, giochi atletici, esibizioni di poeti debuttanti. Dopo il bagno si poteva poi accedere ad ambienti altrettanto fastosi ed eleganti come le biblioteche, le pinacoteche o le sale per la musica, adiacenti alle sale con le vasche.
Di norma le terme erano inserite in enormi complessi in cui si poteva passare attraverso stanze contigue ognuna con vasche dalla temperatura diversa. E le più grandi terme dell'antica Roma, appunto quelle di Diocleziano, non si discostano certo da questo assetto tradizionale.
Nel Calidarium, di forma tonda o rettangolare, solitamente esposto a sud per sfruttare al massimo il calore del sole, si trovavano vasche di acqua calda e a volte anche bagni individuali. Col tempo fu studiato un ingegnoso sistema di riscaldamento per portare l'acqua ad una temperatura elevata: esso prevedeva la circolazione di aria calda sotto il pavimento costruito con uno strato di calcestruzzo poggiato su pilastri di mattoni.
Nel Tiepidarium si trovavano naturalmente le vasche con acqua tiepida. Nel corso del ‘500 questa zona fu trasformata nella chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri che, nonostante le molte modifiche apportate da Michelangelo e dal Vanvitelli, conserva ancora gran parte dell'antica fisionomia.
Il Frigidarium era invece un'ala coperta ed esposta a nord, sulle cui pareti vi erano solitamente delle fessure che consentivano l'ingresso di luce, evitando però il surriscaldamento dell'ambiente.
Le terme di Diocleziano furono costruite in un lasso di tempo molto breve, tra il 298 e il 306 d. C., su una superficie totale di circa 130.000 mq. Date le enormi dimensioni del complesso è facile immaginare le migliaia di persone, costrette a lavorare duramente alla sua costruzione.
Qualche cifra per avere un'idea della grandezza delle Terme: 14 gli ettari complessivi, 2400 le vasche, 250 x 180 metri le dimensioni del blocco centrale, 3000 il numero di persone che poteva entrare contemporaneamente. Basti pensare, inoltre, che il colonnato progettato dall'architetto Gaetano Koch che oggi ammiriamo in piazza della Repubblica, corrisponde precisamente all'emiciclo dell'originaria esedra delle terme.
Oggi il complesso delle Terme, che sin dal 1889 fu adibito a Museo Nazionale di antichità romane, fa parte del Museo Nazionale Romano, suddiviso in quattro sedi, tra cui Palazzo Massimo, Palazzo Altemps e la Crypta Balbi. Tra le diverse sezioni del museo sono da ricordare l'aula Ottagona e il Chiostro Michelangiolesco. Nella prima, sala per diversi anni adibita a Planetario, sono esposte oggi sculture provenienti dagli ambienti termali. Il secondo, così chiamato perché la tradizione attribuisce a Michelangelo il disegno del chiostro, è senz'altro uno dei luoghi più affascinanti di Roma.
Una passeggiata sotto gli eleganti portici del chiostro, osservando le centinaia di sculture ordinate e silenziose, permette di allontanare per un po' la confusione di Piazza dei Cinquecento che si dovrà presto riattraversare per non perdere la metro, sovraffollata come al solito.