La porta San Pancrazio è una delle porte meridionali che si aprivano nelle mura aureliane, celebre cinta muraria fatta erigere dall’imperatore Aureliano fra il 270 e il 273, per proteggere la città da eventuali attacchi esterni. In prossimità di Porta San Pancrazio vi è la Villa Abamelek.
La sua edificazione risale in un periodo a cavallo tra fine Seicento ed inizio Settecento ed il merito va al marchese e banchiere, genovese, Paolo Girolamo Torre. Costui ne ordinò la realizzazione per farvi la sua residenza romana. Venne poi chiamato un pittore romano, Giuseppe Passeri, per decorare la villa con pregevoli affreschi. Oggi, tuttavia, una parte di essi sono andati perduti. Inoltre, si decise di coinvolgere l’associazione di artisti romani, che gravitavano attorno all’Accademia di San Luca. Successivamente la villa fu venduta all’Arcispedale di Santo Spirito. Dopo poco tempo passò nelle mani dell’arcivescovo Giuseppe Maria Feroni, che decise di rinnovare gran parte della villa. Ad occuparsi dei lavori fu chiamato l’architetto fiorentino, Alessandro Galilei. Tuttavia i cambi di proprietà non finirono certo qui e la villa passò di mano in mano, fino al 1907, quando se ne appropriò il principe russo Semion Semionovich Abamelek Lazarev. Costui decise di acquistare vigne e casali, ampliando la tenuta, ed il giardino di stile paesistico ottocentesco viene arricchito da diverse sculture antiche, un sarcofago etrusco e varie statue seicentesche. Il principe si comportò, quindi, come una sorta di mecenate, che riuscì a far convivere differenti forme artistiche di epoche diverse. Nel 1836 divenne proprietà dell’URSS che, nel 1946, ne fece la sua sede diplomatica e di rappresentanza. Oggi è è l’attuale residenza degli ambasciatori russi.