La storia di Villa Wolkonsky, situata dentro le Mura Aureliane, è strettamente legata, com’è facile intuire, alle vicende del principe Nikita Wolkonsky, stretto collaboratore dello Zar Alessandro I di Russia. Oggi è sede ufficiale dell’ambasciatore britannico.
Wolkonsky si stabilì a Roma nel 1820 e qui incaricò l’architetto Giovanni Azzurri di progettare ed edificare una villa. Ciò comportò anche il restauro dei ruderi dell’acquedotto circostante e, successivamente, la presenza di un roseto, varie siepi e diversi sentieri. Inoltre, vennero collocate tante statue, urne ed anfore. Nella villa si ritrovarono diversi illustri personaggi dell’epoca, come Stendhal, Gogol’ e Walter Scott. Dopo la villa cambiò proprietà e passò nelle mani della famiglia Campanari, che decisero poi di venderla, nel 1922, al governo tedesco. Così essa fu sede dell’ambasciatore tedesco a Roma, cosa che terminò durante l’occupazione tedesca della città. Nel 1946 l’ambasciata della Gran Bretagna venne distrutta a causa di un attentato e il governo italiano mise a disposizione proprio villa Wolkonsky. Iniziarono così dei lavori, a seguito del crollo di alcune rovine romane. Tali lavori furono sovvenzionati dal Ministero dei Lavori Pubblici. Negli anni ’70, tuttavia, gli uffici dell’ambasciata si trasferirono in altra sede, precisamente a Porta Pia. Oggi la villa è adibita per seminari e convegni. Nei giardini, invece, si svolge annualmente una festa in onore del compleanno della Regina.