Sono diversi gli edifici, le opere d’arte e i parchi, che devono la loro edificazione a importanti esponenti del clero, in particolare pontefici e cardinali. E’ questo il caso anche di Villa Ludovisi, perché la sua vicenda è legata a quella proprio del cardinale Ludovico Ludovisi.
Il cardinale, nipote di Papa Gregorio XV, viene oggi ricordato per aver accumulato una considerevole ricchezza e rilevanti cariche. Costui decise di rilevare, nel 1622, la villa Orsini sviluppandola e arricchendola notevolmente. Alla fine, ne risultò una villa di 300 ettari adiacente al convento di Sant’Isidoro, realizzato da Domenico Zampieri, detto il Domenichino.
In tale villa era presente l’obelisco fatto realizzare all’epoca dei faraoni Thutmose III e Thutmose IV. Successivamente, l’opera venne spostata al Laterano (oggi viene, infatti, definita come obelisco lateranense). Villa Ludovisi aveva la particolarità di possedere un numero non indifferente di sculture, più di 450, che rappresentavano motivo di orgoglio per lo stesso cardinale. 100 di queste antiche sculture sono conservate oggi presso il Museo Nazionale Romano (Palazzo Altemps). Dopo la morte dell’illustre cardinale, la villa passò nelle mani della famiglia Boncompagni Ludovisi, che decisero di iniziare un’opera di lottizzazione. Dopo una serie di traversie, rimase soltanto il Casino, chiamato dell’Aurora. Peccato, perché l’intera villa era stata lodata da personaggi di spicco della cultura come, ad esempio, Stendhal e Goethe.