Villa Leopardi si trova nel cosiddetto quartiere africano, vicino Via Asmara e Via Nomentana. Si discute spesso sul suo stato di abbandono, ma qualche cosa, negli anni, è stato comunque fatto per migliorare la situazione.
La villa in questione è legata al nome della famiglia agiata Leopardi Dittajuti, proprietari terrieri e esperti in viticoltura. Agli inizi del ‘900 iniziarono i lavori per la realizzazione dell’edificio padronale. Ad organizzare e supervisionare il tutto venne chiamato l’ingegnere Giuseppe Miscia, che decise di realizzare la “casina” in stile neo-medievale. Le facciate presentano cornici, stucchi e diversi elementi decorativi. L’edificio venne, per così dire, completato con la realizzazione di un giardino in stile inglese “gardenesque”, ovvero ogni pianta e albero deve essere sistemata e curata affinché possano venire esaltate le loro potenzialità. Inoltre, vi è la presenza di una piccola fontana in cemento vicino all’edificio. Nel 1975 l’intero complesso venne destinato dal Comune di Roma ad essere soltanto un parco pubblico, mentre l’edificio diventò sede di circoscrizione. Diversi interventi sono stati attuati per sistemare al meglio la villa, in particolare a metà delgi anni ’90. Dentro la villa c’è anche una biblioteca comunale con postazioni pc, piccoli eventi legati al mondo della lettura, iniziative per i più piccoli. La biblioteca Villa Leopardi è forse il simbolo di un miglioramento delle condizioni. Spazi per la cultura sono sempre importanti e ci permette di riqualificare perfino una zona intera.