Cosa trasforma una villa romana apparentemente come tante altre in un simbolo dell’arte jazzistica? La risposta non è immediata e passa attraverso una serie di fatti di successo iniziati diversi anni fa. Ma andiamo per gradi ed iniziamo con un po’ di storia.
Situata in viale di Porta Ardeatina n.55, la villa fu costruita alla fine degli anni ’30 su iniziativa di Arturo Osio, uno dei fondatori della Banca Nazionale del Lavoro. Dopo aver acquistato l’area, Osio incaricò l’ingegnere Cesare Pascoletti di ristrutturare il vecchio casale del ‘600 che vi si trovava all’interno, dando così alla luce una fastosa villa costituita da tre edifici. La realizzazione del Parco fu invece affidata al paesaggista Pietro Porcinai.
Dopo quasi 40 anni, la proprietà della costruzione e del terreno adiacente passò nelle mani di una società controllata dalla malavita, in particolare dalla famigerata Banda della Magliana. Durante quegli anni lo stile architettonico della Villa fu profondamente modificato, passando dal neoclassico ad un appariscente kitsch.
Gli eventi più recenti, a partire dal 2001, sono stati un crescendo di fatti positivi e hanno fatto assumere alla splendida villa un ruolo artistico eccezionale ed una grande importanza simbolica. Infatti, proprio nel 2001 Villa Osio fu confiscata ed affidata alle “amorose” cure del Comune di Roma grazie alla legge 109/96, detta “Pio La Torre”. E amore fu. Infatti, nel giorno del Natale di Roma del 2005 (21 aprile), alla presenza del sindaco Veltroni, la Villa fu inaugurata in tutta la sua magnificenza con un nome che ormai tutti conoscono, ovvero la “Casa del Jazz”.
I lavori effettuati hanno interessato diversi aspetti, recuperando infine le sembianze originali del complesso e rendendo la struttura nel suo complesso un vero e proprio polo multifunzionale dedicato al jazz ed alle sue numerose contaminazioni.
Le aree caratterizzate da ritrovamenti archeologici sono state oculatamente recintate e valorizzate, mentre le zone verdi del Parco sono ottimamente mantenute ed illuminate, offrendo ai visitatori uno spazio visitabile anche in assenza di spettacoli musicali.
I tre edifici hanno diverse funzioni. Il nucleo principale, costituito dalla bella Villa Padronale, ospita la Sala Concerti (Auditorium) con capienza di 148 posti. Intorno alla Sala, in ambienti più piccoli sono stati ricavati il guardaroba, la libreria, la caffetteria, l’audioteca, la biblioteca specializzata e l’archivio. I due edifici secondari sono destinati rispettivamente a funzioni di ristorante-caffetteria e di studio di registrazione.
Ogni lavoro è stato effettuato con estrema cura. Lo dimostra su tutti il risultato della Sala Concerti, nella quale sono stati realizzati un controsoffitto con pannelli acustici fono-riflettenti ed un rivestimento con pannelli in faggio.
Nel panorama europeo musicale odierno la Casa del Jazz è ormai diventata un punto di riferimento, in virtù degli strepitosi appuntamenti che offre ogni sera, spesso con la presenza di nomi di fama internazionale o di promettenti artisti dalle indubbie doti musicali. In uno scenario suggestivo come quello dell’ampio Parco circostante, la Villa propone quasi tutti i giorni spettacoli stupendi, soprattutto concerti ma anche incontri tematici, rassegne culturali ed eventi formativi per appassionati.
Nel corso di più di cinque anni di appuntamenti, nella tenuta del Parco di Villa Osio sono entrati quasi 400.000 spettatori, che hanno potuto così assistere ad eventi bellissimi circondati da una cornice naturale mozzafiato. Sono stati tenuti più di mille spettacoli con la presenza di oltre tremila artisti. E probabilmente, a rendere ancora più suggestiva questa residenza, rimane il passato travagliato che l’ha condotta fino ai tempi nostri. Oggi Villa Osio rappresenta il lieto fine di una storia iniziata quasi un secolo fa. La dimostrazione tangibile che si è lavorato bene per garantire ai romani un luogo di cultura di valore inestimabile. Un esempio che, auspicabilmente, può e deve essere replicato.