Parco_Forte_Antenne_mappaLazio

Parco di Forte-Monte Antenne, enclave di Villa Ada

Parco_Forte_Antenne_mappaLazioIl nome “Antenne” deriva dall’antica città sabina di Antemnae, così chiamata per la prossimità dei fiumi Tevere ed Aniene (ante amnes, ovvero davanti ai fiumi). In base alla datazione di ciò che rimane delle mura, la città risalirebbe ad un periodo storico compreso tra la fine del VI secolo a.C. e l’inizio del V. Il Parco di Forte-Monte Antenne è inserito nell’area del Parco di Villa Ada ed è costituito da una verdeggiante zona collinare (da cui il nome di Monte Antenne) di circa 250.000 mq, nella quale sono ancora oggi presenti i resti dell’antico insediamento che gli diede il nome. Antemnae fu capitale degli Antemnati e la sua rilevanza storica viene citata da storici illustri come Plinio il Vecchio, che la inserì nell’elenco delle città scomparse (o ridotte a villaggi o tenute agricole), ma anche da Virgilio all’interno dell’Eneide, in cui compare tra le città più attive nella difesa di Roma dall’assedio di Enea. Gli antichi resti si trovano sulla sommità di Monte Antenne, che costituisce il punto più alto di Villa Ada.

fiore_gialloL’identificazione del sito archeologico è relativamente recente e risale all’800. Dopo la breccia di Porta Pia (1870), a seguito delle frequenti incursioni belliche soprattutto ad opera dei francesi, con un Regio Decreto si decise di erigere, a difesa della neo capitale (istituita il 2 ottobre 1870), una rete di  presidi militari. L’opera di fortificazione, nota con il nome di “campo trincerato” e realizzata dall’ammiraglio italiano Durand de la Penne, comprendeva un certo numero di “Forti”, tra cui alcuni dei più famosi ai giorni recenti sono quelli Prenestino, Bravetta, Boccea, Braschi e, come detto, Forte Antenne. Durante l’edificazione della cinta fortificata, avvenuta tra il 1877 ed il 1891, furono effettuati grandi interventi sui siti identificati. Gli scavi di Monte Antenne, avvenuti tra 1882 e 1891, compromisero purtroppo i resti archeologici della città di Antemnae, dissotterrando senza troppa cura ciò che rimaneva dell’antico insediamento sabino.
Dal punto di vista strategico, il ruolo di Forte Antenne fu fondamentale per la difesa di Roma, in quanto era il solo destinato alla protezione del fronte nord della capitale. Dal punto di vista della geometria planimetrica, il Forte-Monte Antenne ha una pianta pressoché trapezoidale ed un perimetro che segue il profilo alti­metrico del colle su cui sorge. Un’interessante esposizione riguardante questo argomento è presente sul sito http://www.campotrinceratoroma.it, dove sono inoltre riportati i dettagli relativi al Forte Antenne ed a tutti gli altri “Forti” che costituivano il “campo trincerato” di Roma.

La tutela e la responsabilità di tutta l’area sono attualmente in concessione al Comune di Roma, che ha destinato solamente una piccola parte alla dignità di Parco. In virtù della sua collocazione urbanistica, il Parco ha un’importanza paragonabile a quella di Villa Ada ed è parte di un progetto congiunto tra Comune e Soprintendenza ai Beni culturali volto alla sua rivalutazione, con il fine di renderlo pubblicamente e facilmente accessibile. A causa della mancanza di fondi per la gestione del Parco e del suo patrimonio, il Comune ha recentemente ipotizzato una serie di alternative, tutte volte a ricavare reddito dalla proprietà. In particolare, per la destinazione del vecchio Forte sono state presentate una serie di idee. Tra le più accreditate, da una parte la realizzazione di un hotel di lusso e dall’altra l’installazione della sede dell’Università Luiss. In entrambi i casi, le residenze godrebbero di un panorama e di una collocazione naturalistica invidiabili.
In realtà, l’edificio del Forte era stato inizialmente destinato ad ospitare l’Ostello della gioventù, previsione non portata mai a termine quando nel 1993 si pensò di trasformarlo in sede espositiva. Successivamente, si erano ventilate anche ipotesi riguardanti un riutilizzo di tipo militare, tra cui la sede del NOE (Nucleo Operativo Ecologico) dei Carabinieri e la caserma del Reggimento Corazzieri.

In ogni caso ci sono alcune questioni delicate da risolvere. Infatti, nel Forte abitano ormai da diversi anni alcune famiglie e non sono del tutto chiare le modalità del passaggio di proprietà dal Demanio Militare al Comune, che secondo quanto riportano le cronache sarebbe dovuto avvenire nel 1958. Attualmente, dentro l’area del Parco si snoda una parte della pista ciclabile che attraversa il Municipio II (Parioli); circostanza, questa, che palesa ed avvalora l’impegno del Comune di Roma, volto ad inserire tutta l’area all’interno di un contesto paesaggistico e naturalistico conforme all’importanza storica e urbanistica che riveste.

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