Negli anni '70 era un must. Appena la primavera
faceva capolino, ecco che sbucava il tavolo pieghevole in fòrmica, quello che
sembrava una valigetta, e poi una volta aperto ne uscivano le gambe e le
sedioline apribili realizzate in alluminio con la tela di nylon intrecciata.
Dopodiché, riempito il cestino apposito di cibarie, via verso boschi e prati.
Gli anni '80 e '90, vuoi lo yuppismo, vuoi le mutazioni adolescenziali, lo
hanno perso un po' di vista, ma dati i
tempi precari d'oggi giorno, è forse arrivato il momento di ritirarlo fuori
dallo sgabuzzino, insieme a tutto il
corrispettivo armamentario.
Il soggetto è ovviamente il picnic, il cui
termine ha origini francesi nonché secentesche (pique-nique) anche se il
suo significato odierno lo ha acquisito nel più tardo Ottocento, e che celebra
oggi a Roma le sue vestigia in un'iniziativa promossa proprio dal comune
capitolino, con sedi le tre più belle e imponenti ville della città: villa
Borghese, villa Ada e villa Doria Pamphilj. Tre luoghi che
ben si prestano a diventare sedi abituali degli spuntini all'aperto e, se è
vero che anche il panino può essere un'arte (checché ne dicano i grandi chef…),
bene hanno fatto gli organizzatori ad indire un premio per il miglior cestino
della giornata. Un'ennesima occasione di rilancio per le suddette ville,
poi, che ultimamente sono state oggetto di una serie di rinnovamenti e proposte
culturali con lo scopo di renderle sempre più centro nevralgico del relax
cittadino.
In particolare Villa Borghese, che, come illustra il
suo sito Internet, si è arricchita di nuovi spazi e nuovi stimoli: alle già
esistenti bellezze artistiche o paesaggistiche – parco dei Daini, veduta del
Pincio, la GNAM ecc. – rimesse a nuovo o
restaurate, hanno trovato nuova vita e
nuova identità la Casina delle Rose (oggi Casa del Cinema), la Casina di
Raffaello (trasformata in Ludoteca), l’Aranciera (oggi Museo Carlo
Bilotti) nonché l'omaggio scespiriano della new entry Silvano
Toti Globe Theatre. Inoltre la villa
vanta l’accesso wireless alla rete internet – una delle prime iniziative in
questo senso nella capitale – insieme ad una serie di eventi culturali (vedi ad
esempio i concerti a Piazza di Siena) che la qualificano come un luogo che
punta a coinvolgere “nuove fasce di fruitori” e
a favorire “un utilizzo del Parco a 360 gradi ed in momenti differenti
della giornata.” Dalle famigliole alle congreghe di intellettuali, dunque: un target
che tende a coprire quasi in toto il novero della cittadinanza
capitolina, nonché le esigenze più varie di turisti ed avventori dei vari
Paesi. Niente di troppo ambizioso, in definitiva, per il cuore verde di Roma.