Il Palazzetto del Burcardo si trova in via del Sudario 44, a pochi passi da Largo di Torre Argentina. Si tratta di un edificio in stile tardo gotico, nel quale dal 1932 sono ospitati Biblioteca e Museo teatrale. Burcardo deriva dal vescovo Johannes Burckardt, che lo fece costruire tra 1491 e 1500 e ne diventò il primo proprietario. Il prelato alsaziano, che fu anche cerimoniere pontificio, fece inoltre inglobare la Torre Argentina nell’edificio. Il nome “argentina” deriva dal fatto che il Burcardo amava firmarsi con l’appellativo episcopus argentinensis o argentinus, in quanto il nome latino della sua città natale, Strasburgo, era Argentoratum in virtù della vicinanza con alcune miniere d’argento.
La storia recente del Palazzetto inizia nel 1926, quando la Società Italiana Autori Editori (SIAE) volle dare una collocazione consona agli oggetti di scena ed alla raccolta di libri acquistati dalla Scuola di recitazione di Firenze. Ottenne così dal Comune di Roma, e mantiene tuttora, l’utilizzo del Palazzetto del Burcardo. Dopo una serie di restauri avvenuti tra 1923 e 1931, nel 1932 Biblioteca e Raccolta Teatrale SIAE furono per la prima volta aperte al pubblico. Si tratta di una collezione molto cospicua, contenente opere di autori risalenti al ‘500 e al ‘600, ma anche più recenti come Goldoni e Gadda. Un patrimonio culturale davvero enorme. In complesso, 40.000 volumi, 25.000 tra manoscritti, copioni e testi autografi, 21.000 fotografie che vanno dalla seconda metà dell’800 ad oggi. E ancora, 30.000 tra programmi di sala, raccolte di locandine e manifesti; infine, 120 tra sculture, dipinti, costumi di scena e marionette.
Il palazzetto fu sottoposto ad un ultimo recente e completo restauro, terminato nel 1998 ed interamente finanziato dalla SIAE con due miliardi delle vecchie lire. Durante i lavori fu addirittura recuperato il piano sotterraneo, attualmente destinato a sala convegni e nel quale sono tornati alla luce l’originario ingresso della Torre Argentina e antichi resti di epoca romana.
Quest’ultimo restauro, risultato di una delicata e difficile opera di recupero, in un contesto caratterizzato da un elevato valore storico ed artistico, ha previsto tra le altre cose una completa riprogettazione del museo del Burcardo. Effettivamente tutti gli arredamenti, comprese le severe ma suggestive vetrine di legno scuro, sono stati sostituiti da uno stile moderno piuttosto gradevole, sempre nel rispetto dello stile dominante delle sale del palazzo.
L’obiettivo primario fu quello di armonizzare tutti gli oggetti esposti. Testi teatrali, bozzetti, costumi, reperti, foto, nel risultato raggiunto tutto sembra fare parte di una rappresentazione teatrale e favorisce l’interazione del visitatore con l’oggetto, nel tentativo di rievocarne l’antica valenza scenografica. Per esempio, tutti i costumi sono collocati su appositi manichini, al fine di dare una idea realistica delle dimensioni dell’attore che li indossava. Inoltre, i contenitori sono spesso situati al centro delle sale, in modo da consentirne una visione complessiva, a tutto tondo. A tal fine, il visitatore può approfittare della presenza di pedane realizzate con le tavole del palcoscenico dove questi costumi volteggiarono davvero. Molti espositori sono dotati di rotelle e piani inclinati comandati meccanicamente, al fine di agevolarne lo spostamento in risposta a nuove configurazioni spaziali. Anche i materiali utilizzati per l’esposizione sono stati scelti in maniera da minimizzare l’impatto con lo stile complessivo dell’edificio, ma anche nei confronti delle vetrate policrome del Palazzetto. E la luce è stata utilizzata in maniera intelligente, valorizzando la teatralità e la suggestione dei singoli reperti.
Insomma, chi ama il teatro, o solo se ne interessa, può trovare in questo Palazzetto un autentico vaso di Pandora, stracolmo di pezzi rari da collezionista, tra cui spiccano il volume più datato della Biblioteca, ovvero le commedie di Plauto che furono stampate nel 1511 a Venezia, i costumi indossati in scena da Ettore Petrolini, i copioni autografi dell’immortale Luigi Pirandello. Attualmente, dei 9.000 visitatori annui la maggior parte sono studenti universitari, insegnanti e operatori del settore teatrale, alla ricerca di documentazione riguardante copioni introvabili oppure opere che hanno intenzione di portare in scena.La Biblioteca del Museo offre al pubblico i servizi tradizionali: dalla consulenza bibliografica alla consultazione dei materiali librari (solo in sede), dalla fotocopiatura alla riproduzione fotografica ed alla microfilmatura, il tutto sempre nel rispetto delle normative sul copyright ed accompagnato da una attenta assistenza in relazione a documentazione speciale.
Biblioteca e Museo sono aperti gratuitamente al pubblico da lunedì a venerdì, dalle 9.00 alle 13.30. L’edificio rimane invece chiuso le prime 3 settimane di agosto.