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Il Museo Storico della Liberazione di Via Tasso

museo_liberazioneForse non tutti lo sanno ma la città di Roma vinse la Medaglia d’oro al Valor Militare per la guerra di Liberazione nell’ambito della Resistenza italiana durante la seconda guerra mondiale.

E’ proprio nel cuore di questa città così forte e tenace che sorge il Museo Storico della Liberazione, una vera e propria galleria che raccoglie documenti originali, cimeli, giornali e manifesti, volantini, scritti e materiali iconografici relativi all’occupazione nazifascista di Roma.

biblioteca_museo_della_liberazioneIl Museo sorge in quei locali di Via Tasso tristemente noto alla cronaca come luogo di reclusione e tortura da parte delle SS per oltre 2000 antifascisti, molti dei quali caddero fucilati a Forte Bravetta e alle Fosse Ardeatine.

Il nome di Via Tasso cominciò ad essere purtroppo sulla bocca di tutti durante l’occupazione fascista della capitale, seguita alle giornate del settembre 1943, quando nell’edificio si insediò la SIPO, comando della Sicherheitdienst polizei.

Furono circa duemila tra uomini e a passare da Via Tasso per essere sottoposti ad interrogatori, torture ed altre violenze. Clandestini e partigiani, ma non solo, anche uomini e donne, anziani e ragazzi, cittadini di ogni classe e ceto sociale da cui l’esercito tedesco cercava informazioni sulle organizzazioni clandestine, sui nascondigli di ebrei e militari italiani o alleati, su chi produceva stampa clandestina, documenti falsi, ecc.

Il 4 giugno del 1944, durante la liberazione di Roma, il palazzo fu preso dalla popolazione che liberò i prigionieri e vi istituì la sede dell’ Associazione nazionale partigiani d’Italia. Già tra il 1953 e il 1954 fu costituito un comitato per la realizzazione del Museo, presieduto dallo storico Alberto Maria Ghisalberti, presidente dell’ Istituto storico del Risorgimento, ma fu solo nel 1957 che venne istituito ufficialmente.

Gli ambienti dell’ex comando di polizia e carcere nazista, furono soggetti ad  un restauro conservativo e ricostruttivo, realizzando un allestimento che ebbe come riferimento i sacrari e memoriali militari.

Il museo, per anni caduto nell’oblio, rivide la luce e lustro nel 1980 quando arrivò alla presidenza, fino alla morte avvenuta nel 2001, il sen. prof. Paolo Giulio Taviani, uno dei capi della vittoriosa Resistenza di Genova, sorretto e sostenuto dal prof. Arrigo Paladini, detenuto in via Tasso, che ne divenne il direttore e che fu coadiuvato dalla moglie Elvira Sabbatini Paladini, colei che è oggi direttrice del Museo.

Oggi il sito museale rappresenta un punto di forza per l’attività didattica, non solo delle scuole romane, raggiungendo ogni anno gli oltre 15.000 visitatori l’anno, tanto che al piano terra è stato ricavata un’aula didattica.
Il percorso di visita si articola in 4 macro aree, il Primo Piano, il Secondo e i due interni del Terzo Piano.

Nel primo piano in cui vi erano gli uffici, sono conservati cimeli, simboli e altri segni della Resistenza romana. E’ ospitata sullo stesso livello la sala conferenze e la biblioteca, che conserva materiale sulla Resistenza, sulla Seconda guerra mondiale, nonché analisi di ideologie e movimenti politici. Vi sono inoltre numerosissimi opuscoli e giornali dell’epoca.

Al secondo piano prende forma il carcere vero e proprio, conservato ancora come al momento della liberazione, a cui vanno aggiunte le preziosissime e toccanti testimonianze di coloro che tra queste mura ha sofferto, invocando la libertà. Il piano è diviso in 5 celle distinte, da quella dei detenuti delle Fosse Ardeatine alla cella d’isolamento, uno dei luoghi più significativi e commoventi di questo “museo”, dalla cella dei prigionieri di Forte Bravetta, a quella in cui fu detenuto l’On. Bruno Buozzi.

All’interno 8 del terzo piano sono esposte fotografie di caduti, documentazioni varie, indicazioni dei luoghi di repressione tedesca, che sottolineano il contributo che alla Liberazione dettero le città e i paesi del Lazio. Sono 4 le celle di questo ambiente, ricco di giornali, volanti, messaggi clandestini e materiale di stampa dell’epoca.

L’interno n. 9 del terzo piano è riservato agli uffici e agli archivi del museo, eccezion fatta per la sala alla fine del corridoio, dedicata alla documentazione sull’antisemitismo in Italia e a Roma.

Nell’anno in cui si celebrano i 150 anni dell’Unità d’Italia, un’occasione per riscoprire parte di quella storia ormai lontana ma sempre viva e insita nella memoria di una città come Roma, che ha lottato per mantener ere la propria identità e la dignità dei propri cittadini.

Per ulteriori informazioni  visita il sito www.viatasso.eu.

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