Non poteva che sorgere nel cuore della città, a Trastevere, il luogo che più di ogni altro conserva e racconta, i momenti di una Roma sparita, che non c’è più, ma che suggestivi ed eccitanti si mostrano agli occhi di chi visita il Museo di Roma in Trastevere.
Sorge nel fulcro del quartiere, in Piazza Sant’Egidio, all’interno di un edificio storico che dal XVII secolo fino a dopo l’unità d’Italia fu convento delle Carmelitane scalze.
Nel 1875 l’edificio divenne proprietà del Comune di Roma e dal 1918 fu sede del sanatorio antimalarico per l’infanzia “Ettore Marchiafava”.
La prima conversione a museo si ebbe tra il 1969 il 1973 quando l’edificio fu restaurato dagli architetti Attilio Spaccarelli e Fabrizio Bruno, per adattarlo ad ospitare il Museo del Folklore e dei Poeti Romaneschi che aprì i battenti nel 1979, presentando materiali relativi alle tradizioni popolari romane provenienti dal Museo di Roma, allora come ora in Palazzo Braschi.
Rimasto l’intento di rappresentare usi e costumi della Roma di Settecento- Ottocento, la collezione permanente del Museo di Roma in Trastevere mostra gli aspetti salienti della vita popolare romana dell’epoca, fissata attraverso i gusti e i convincimenti degli artisti e dei folkloristi che l’hanno rappresentata.
Il percorso del museo si articola in quattro sale: la Galleria delle Scene Romane, Sala Ettore Roesler Franz “Il Tevere”, Sala Ettore Roesler Franz “La memoria dei luoghi”, La Stanza di Trilussa.
La Galleria delle Scene Romane ospita sei scenografie a grandezza naturale, e una selezione di opere che mostrano aspetti delle tradizioni popolari romane, come i mestieri, il carnevale e le luminarie, il saltarello, i giochi, la religiosità, l’abito popolare, riprese nel tardo’700- ‘800, filtrate attraverso lo sguardo degli artisti che le hanno rappresentate..
La Sala Ettore Roesler Franz “Il Tevere”, prima delle due dedicate a Ettore Roesler Franz e alla famosa serie, sempre più conosciuta tra giovani e non grazie a Facebook, della “Roma sparita”, ospita alcuni acquerelli che attraverso la rappresentazione delle sponde tiberine, illustrano le radicali trasformazioni urbanistiche avvenute nella città subito dopo il 1870.
In altri quattro acquerelli sono rappresentati alcuni mestieri, mentre l’ultimo, Palazzo Scapucci e Torre detta della Scimmia, rimanda ad un momento di religiosità popolare.
Nella seconda sala dedicata ad Ettore Roesler Franz sono esposti alcuni acquerelli della serie “Roma sparita” che documentano le attività della vita quotidiana nei Rioni popolari della Roma di fine ‘800, in particolare a Trastevere, Campidoglio, Ghetto, Celio, Borgo, Ripa e Prati di Castello.
In ultimo, ma solo a livello logistico, la sala dedicata al celeberrimo poeta Trilussa. Già dalla solgia si scorge la videoinstallazione, dedicata alla vita e alle opere del grande poeta romano, che proietta su quattro punti diversi delle pareti quadri animati all’interno dei quali scorrono immagini realizzate con oggetti, fotografie, lettere, cartoline, giornali, disegni e filmati. Le slide propongono quattro tematiche principali: l’uomo pubblico, l’uomo privato, il poeta, le amicizie.
Oltre alle immagini, una selezione degli oggetti dello studio del poeta, un susseguirsi di testimonianze con l’ intento di restituire al visitatore un’atmosfera evocativa del personaggio Trilussa nelle sue diverse sfaccettature: l’uomo pubblico e quello privato, con le sue amicizie e il mondo femminile che lo ha sempre circondato; il poeta, il disegnatore dilettante.
Fino al 15 settembre insieme alle collezioni permanenti saranno ospitate al Museo di Roma in Trastevere due sensazionali mostre: una che è ancora un omaggio a Roesler Franz, intitolata “Gli acquerelli di Ettore Roesler Franz (Roma, 1845-1907)”, l’altra dal titolo “Cinema di Piombo. Cento manifesti del poliziesco italiano anni Settanta “ fino al 5 settembre prossimo.
Per maggiori informazioni:
Informazioni e prenotazioni
060608 tutti i giorni 9.00-21.00
Indirizzo
Piazza S. Egidio, 1/b – 00153 Roma
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