Molte fra le più importanti capitali europee, come Parigi e Londra, verso la metà del XIX secolo, avvertirono l’esigenza di costituire dei musei monumentali che contenessero tutto ciò che riguardava l’arte della città, dalla scultura alla pittura, dalla storia alla letteratura: i più celebri rimangono il Museo Carnavalet di Parigi, dedicato alla storia delle capitale francese, e il Museo della Torre di Londra, in cui si può scoprire la lunga e movimentata storia del regno britannico, i suoi edifici e le sue collezioni.
Anche a Roma, divenuta capitale del Regno d’Italia nel 1870, nello stesso periodo si cominciò a sentire il bisogno di avere un luogo che potesse conservare le memorie di una città che fino a quel momento aveva fatto la storia della neonata Italia.
Il progetto della costruzione di un museo completamente dedicato alla capitale si rafforzò e prese piede completamente nei primi anni del ‘900, dopo che vennero compiute delle demolizioni per attuare i nuovi Piani Regolatori di Roma Capitale, e soprattutto nel momento in cui si rafforzarono le concezioni urbanistiche di Mussolini.
Un po’ per rendersi testimone dell’evoluzione della città attraverso le immagini fotografiche, un po’ viste le tante retrospettive organizzate e promosse nell’ambito dell’Esposizione Universale del 1911, si sentì sempre più forte il bisogno di un museo storico che tenesse traccia e documentasse luoghi, tradizioni e culture che si sarebbero altrimenti perse, come anche i dipinti ad acquerello di Roesler Franz, il treno di Pio IX, le incisioni di Roma rinascimentale e i costumi popolari.
Fu in gran parte con queste opere che venne inaugurato il primo nucleo del nuovo Museo di Roma, il 21 aprile 1930, nell’ex Pastificio Pantanella in Piazza della Bocca della Verità, sotto la direzione di Antonio Muñoz.
Partito inizialmente in sordina a causa dell’unica funzione di luogo deputato all’esposizione di calchi in gesso e riproduzioni, dipinti vari ma di non molto valore, fu solo negli anni a venire che, grazie agli acquisti del direttore, il Museo si arricchì di opere di enorme valore e qualità, come la collezione Rospigliosi, perlopiù dipinti e busti del ‘600 che contribuirono ad avviare il processo di rinnovamento delle collezioni.
Nonostante ciò, allo scoppio della guerra, nel ’39, il Museo chiuse i battenti.
Nel 1952 dopo una serie di restauri alla collezione, il Museo fu trasferito nella sede attuale di Palazzo Braschi, nel cuore della Roma rinascimentale tra Piazza Navona e Corso Vittorio Emanuele II.
A contribuire alla rinascita del Museo di Roma, oltre alla nuova sede, furono senza dubbio l’arricchimento e la potenziamento delle collezioni , il rinnovamento del percorso espositivo e la promozioni di mostre temporanee di gran successo, come quella sul “Settecento a Roma” allestita nel 1959, e la monografica su Bartolomeo Pinelli nel 1956.
Con gli anni, il museo si è arricchito grazie alle donazioni e ai lasciti dell’Associazione “Amici dei Musei di Roma”, fondata nel 1948, con la raccolta Pollak Süssmann Nicod, dal 1951, Theodoli nel 1954, Lemmerman 1950- 1964, Boncompagni Ludovisi e Dusmet entrambe nel1954.
Molte altre opere giunsero a Piazza San Pantaleo dai depositi del Museo di Palazzo Venezia, dall’Università dei Marmorari e dal Museo Artistico Industriale.
All’inizio degli anni ’70, grazie al cospicuo accrescimento delle collezioni di grafica e fotografia, venne creato il Gabinetto Comunale delle Stampe e dell’Archivio Fotografico Comunale.
Nel 1987 il palazzo, eretto dall’architetto imolese Cosimo Morelli nel 1792 quale residenza del Papa Pio VI, venne chiuso per lavori di restauro e consolidamento, e si sono conclusi nel 2005, anno in cui il museo ha riaperto i battenti con una nuova linfa vitale, nuova immagine e organizzazione, tale da renderlo un museo nuovo, capace di rispondere anche alle esigenze di ricerca scientifica, un vero e proprio Museo della città, sia sul piano teorico che dei servizi offerti.
Le collezioni sono così suddivise: affreschi e mosaici , ceramiche , costumi e tessuti , dipinti XVII e XVIII sec., dipinti XIX e XX sec., disegni , fotografie, incisioni, libri antichi, mobili , sculture e frammenti lapidei, carrozze e portantine, medaglie pontificie, e catalogate secondo un criterio di genere, dalle storie ai luoghi, dalle grandi famiglie alla cultura.
Dal 22 aprile al 5 settembre 2010 il Museo di Roma ospita la mostra “Pio Pullini e Roma. Venticinque anni di storia illustrata”, che espone le collezioni dell’artista con prestiti dalla Galleria Comunale d’Arte Moderna e dagli eredi dell’artista.
Anche il Museo di Roma entra nel circuito Musei Civici dei della capitale che aderiscono all’ apertura straordinaria di lunedì 28 giugno. Può essere l’occasione per trascorrere il ponte di San Pietro e Paolo, patrono di Roma, rendendo omaggio al museo che ne custodisci tesori e reperti introvabili!
Per ulteriori informazioni visita il sito http://www.museodiroma.it/