Nel cuore del centro storico di Roma, a pochi passa dalle più note Piazza Farnese e Campo de’ Fiori, sorge a Piazza Capo di Ferro, nello storico palazzo da cui prende il nome, la Galleria Spada.
La consistente collezione che la compone, fu avviata, intorno al 1600, dal cardinale Bernardino Spada, mecenate e patrono delle arti e degli artisti, arricchita anche dal fratello Virginio. Una tradizione di famiglia quella del collezionismo, portata avanti nel tempo dal pronipote, Fabrizio Spada, e dal 1636, in seguito al matrimonio con Maria Veralli, anche da un altro componente della dinastia, Orazio.
Quattro sono le sale dello splendido palazzo in cui è ospitata la collezione composta di pitture dal XVI e XVII secolo, secondo il gusto dell’epoca, cornice contro cornice, con i quadri più piccoli in alto e quelli di dimensioni più grandi in basso.
Questa chicca dell’arte romana, è uno dei rarissimi esempi, in città e non solo, di spazio espositivo “a scrigno”, poiché il valore artistico e culturale è riscontrabile sia nel contenuto che nel contenitore.
Nel 1951, dopo parecchi anni di chiusura, fu nominato direttore delle galleria Federico Zeri, che fece di tutto per farla riaprire, impegnandosi per ripristinare opere che erano andate sperse durante gli anni ’40, facendo attenzione a rispettarne, nel riallestimento, il carattere particolare di galleria della collezione.
Riferendoci al contenuto, la Galleria Spada, espone in quattro sale, di cui il fulcro è il salone secentesco al primo piano, pitture di Caravaggio, Rubens, Parmigianino, Salvtor Rosa, Annibale Caracci, Artemisia Gentileschi, Guido Reni, Domenichino, Albrecht Dürer, Andrea del Sarto, Guercino, Tiziano, Francesco Solimena, Jan Breughel il Vecchio e Orazio Gentileschi.
Celebri il “Ritratto del cardinale Bernardino Spada” e “La morte di Didone” di Guercino, il “Ritratto del violinista” di Tiziano, “Davide con la testa di Golia” di Orazio Gentileschi, “La visitazione” di Andrea del Sarto e “Santa Cecilia” di Artemisia Gentileschi.
Passando al contenitore invece, c’è da dire che in origine, nel 1540, il palazzo fu costruito per il cardinale Girolamo Capodiferro, e poi comprato nel 1632 da Bernardino Spada che incaricò Francesco Borromini di modificarlo secondo i propri gusti.
L’apporto architettonico più importante e caratteristico di Borromini, considerato un capolavoro di trompe-l’oeil, la celebre prospettiva, che si apre nel salone d’accesso al cortile.
Per crearla, Borromini fu aiutato da un matematico, Padre Giovanni Maria da Bitonto, col quale studiò una sequenza di colonne di altezza decrescente che, unitamente al pavimento che tende ad alzarsi, generano l’illusione ottica che la galleria sia infinita, mentre misura “solo” 8 metri.
In fondo al corridoio, a rafforzare l’illusione, nel giardino che si apre sul fondo, una scultura che, illuminata dal sole, sembra a grandezza naturale ma che in realtà è alta solo 60 centimetri.
All’interno del cortile cui la galleria ci conduce, vi sono le statue di Ercole, Marte, Venere, Giunone, Giove, Proserpina, Minerva, Mercurio, Anfitrite, Nettuno e Plutone.
All’interno del palazzo è custodita anche la scultura di Pompeo Magno, la quale si pensa, sia proprio quella ai cui piedi cadde Giulio Cesare, trovata nel 1552, divisa a metà, sul confine di due case romane che se la contendevano.
La facciata di Palazzo Spada, non ha subito consistenti modifiche nei secoli, se non per restauri e cambi di proprietà. L’intero palazzo è caratterizzato, nel primo piano, da una lavorazione a bugnato, tipo della zona e delle costruzioni dell’epoca.
Al piano superiore, vi sono nove finestre alternate a delle nicchie, contro le quattro del piano sottostante, al cui interno sono conservate delle statue in stucco di eroi e personalità romane, di cui si narrano le gesta anche in 8 quadri, al di sopra dei quali dei putti sorreggono degli sfarzosi festoni.
Tutt’intorno al soffitto, sono celebrate le imprese della famiglia Capodiferro, e al centro è stato aggiunto lo stemma della famiglia Spada.
Nel 1927, Palazzo Spada è stato acquistato, con tutte le collezioni e la galleria, dallo Stato Italiano, ed ora ospita al suo interno, il Consiglio di Stato.
Splendido scrigno dell’arte romana e non solo, intreccio di storia, leggenda, ricchezza, ambizione, fede e passione per l’arte, Galleria Spada è un’eredità, un ricordo percettibile e concreto in grado di farci tornare ai tempi delle grandi committenze e dei grandi poteri della Roma sfarzosa e regale, negli anni a cavallo tra il 1500 e il 1800.
La Galleria Spada fa capo alla Galleria Borghese, inclusa nella Sovrintendenza speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo museale della città di Roma.
Per ulteriori informazioni:
Piazza Capo di Ferro, 13
tel. 06686 1158
www.galleriaborghese.it