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Al di là del muro: le Terme di Caracalla

Caracalla3Siete mai stati sorpresi dalla curiosità di voler conoscere cosa c’era un tempo, quando ancora la polvere e lo scorrere dei secoli non ne avevano mutato la fisionomia, dietro quelle mura di cinta di antica “fattura” che in più punti costeggiano i marciapiedi della nostra città? E secondo voi che tipo di vita, di rapporti, di quotidianità si sviluppava al loro interno? Quelle mura delimitavano dei luoghi di semplice passaggio o erano “una città nella città”?

Se durante una delle nostre passeggiate l’occhio è caduto su quello che è rimasto del recinto esterno di una delle costruzioni più grandiose, complete e meglio conservate, in uno dei quartieri più popolari della Roma antica, tra Porta Capena e il Circo Massimo, beh, allora siamo giunti a quelle che erano le antiche Thermae Antoninianae o Terme di Caracalla. E oltrepassato quello che resta dei 337 metri per 328 metri di mura perimetrale, quelle terme fatte costruire nel 216 d.C. dall’imperatore Caracalla, erano popolate da uomini e , da vecchi e bambini, artigiani e soldati, ricchi e schiavi. Le terme romane erano un luogo che univano tutti, senza alcuna distinzione. Insomma, immaginate per un momento di trovarvi, in qualsiasi ora del giorno, all’interno della Stazione Termini.

Il profumo che si poteva sentire intorno a tutta la zona delle terme era quello della legna bruciata. Sì, proprio quello che si può sentire nelle nostre case mentre arde la legna in un caminetto. Infatti, le caldaie del grande impianto termale erano alimentate da tonnellate di legname: il loro carburante.

Caracalla2Le Terme di Caracalla venivano utilizzate, frequentate, dal popolo romano, così come tutte le altre strutture termali presenti nella città, come luogo per rilassarsi, chiacchierare, e fare un bagno.

Pensate a 1.500 persone, questa era la capienza dello stabilimento di Caracalla, che fanno attività sportive nella palastra che a sua volta si apre su quattro sale, di pianta e dimensioni diverse, tutte riscaldate dove degli ampi finestroni esposti a sudovest per ricevere il sole fino al tramonto danno una visuale a 360 gradi su un vasto giardino adornato di fontane. Al centro di alcune di queste stanze erano state costruite delle vasche e solo una di questa sale aveva la copertura a crociera: forse potrebbe corrispondere al laconicum o sudario.

Al sudario segue, nella nostra gita alle Terme di Caracalla, una sala rotonda dal diametro di 36 metrie dall’altezza di 35 metri. E’ il calidario che sporgendo per tre quarti verso l’esterno riesce, dai grandi finestroni ad arco, a catturare i raggi del sole dalla tarda mattinata fino al tramonto. Da questa stanza si accede nel tepidario, la stanza dalla struttura quadrata dove hanno trovato collocazione due vasche laterali e alcune nicchie sulle pareti. Poco più in là, si trovava un enorme ambiente occupato completamente dalla piscina natatoria la cui capacità superava i1.400 metri cubi di acqua.

La parte centrale dell’impianto termale era destinato all’edificio dei bagni (220 metri per114 metri). Lungo il percorso, attraverso i vari ambienti, incontriamo pavimenti a mosaici con motivi geometrici, che vanno dal bianco al verde. E poi, portici con colonne giallo antico e pavimenti con motivi a squame.

Tra fontane con i loro giochi d’acqua che abbellivano i vari ambienti e tutta l’area del giardino, vasche e piscine, le Terme di Caracalla venivano alimentate tramite un ramo speciale dell’Acqua Marcia, l’Aqua Antoniniana, appositamente costruito per fornire acqua alla struttura.

Caracalla4Al di sotto di tutta la superficie delle Terme di Caracalla si estendevano su due piani dei sotterranei destinati ai servizi.

Quando le Terme di Caracalla vennero abbandonate, e in particolare dal Medioevo in poi, si trasformarono in “cava” di materiali pregiati destinati alla costruzione di altri monumenti, come per esempio la chiesa di Santa Maria in Trastevere.

E oggi cosa resta di questo splendido stabilimento termale? E’ solo di qualche mese fa, dicembre 2012, che grazie a un progetto di restauro e valorizzazione concepito dalla Sopraintendenza ai beni archeologici di Roma, è stato possibile restituire “allo sguardo dell’umanità” quello che resta del “cuore tecnologico” delle terme: i sotterranei. Due chilometri di tunnel dove un tempo c’erano i depositi di legname, un mulino ad acqua, l’impianto di riscaldamento con i forni e le caldaie, fino all’impianto idrico tubature.

Come si arriva alle Terme di Caracalla? Un modo potrebbe essere quello di utilizzare il trasporto pubblico urbano partendo dalla Stazione Termini e prendendo la linea 714 Express che in circa 7 minuti raggiunge il complesso termale.

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