Sale per i suoi 38 metri d’altezza come fosse un papiro che si srotola: è la Colonna Traiana detta anche “coclide” (tipica colonna romana decorata da una serie di immagini che si arrotola attorno e che contiene una scala a chiocciola all’interno), dalla spirale di scultura narrativa che la avvolge. E’ uno dei monumenti più belli ed imponenti dell’antica Roma, nonché carattere distintivo dei Fori Traiani.
Ultimo grande conquistatore dell’Impero Romano, Traiano combatté e sconfisse le popolazioni germaniche, i parti, invase l’Armenia, la Siria, la Mesopotamia., portando l’impero romano alla sua massima estensione.
L’operazione militare per cui il suo nome è rimasto inciso nella storia, è su tutte la conquista della Dacia fra il 101 e il 106 d.C. I daci erano una popolazione nomade, diventate poi stabile, che viveva nella zona a nord del Danubio, dove ora sorge la Romania. Traiano organizzò un’ardua spedizione, che si concluse con la vittoria romana nell’arco di 5 anni, a seguito della quale Roma colonizzò la regione che ancora oggi parla una lingua derivante dal latino, il romeno, nonostante la Romania confini solo con paesi di lingua slava.
In memoria di questa grande impresa fu scolpito a Roma uno dei più grandi capolavori dell’arte romana la Colonna Traiana, situata nel Foro Traiano, all’interno del Foro Romano, con lo scopo di celebrare ma soprattutto descrivere con delle didascalie, che si slungano per la colonna a spirale come un papiro, dal basso verso l’alto, che fossero in grado di raccontare tutte le imprese dell’imperatore.
Come la pellicola di un film le scene si snodano in fotogrammi di ben 200 metri e con 23 giri intorno alla colonna. Nelle migliaia di figure, di uno spessore che varia dai 2 ai 3 centimetri, l’imperatore Traiano è raffigurato 58 volte.
Non lo sappiamo con certezza ma pare che a concludere l’opera nel 113 d.C. fu Apollodoro di Damasco, grande architetto che aveva già progettato il Foro Traiano. Splendido esempio di fusione tra architettura e scultura, è alta oltre 30 metri (39,83, calcolando il basamento) ed ha un diametro di 6 metri.
Proprio alla base fatta di un piedestallo monumentale è presente, oltre alle ceneri di Traiano, la parte iniziale dell’originale scala a chiocciola scolpita nel marmo e intervallata da feritoie, tramite cui è possibile arrivare in cima al monumento.
E’ proprio sulla cima che svetta la tanto discussa statua di S. Pietro che nel 1578 papa Sisto V fece erigere in sostituzione di quella in bronzo, personalmente più appropriata, di Traiano.
Nella colonna di Traiano, architettonicamente molto simile a quella di Marco Aurelio, vi sono alcune particolarità, prima tra tutte la prevalenza delle scene di pace dei soldati romani in Dacia, anziché quelle di guerra.
Tra le scene narrate in modo attento e scrupoloso è possibile vedere fotogrammi di soldati romani che oltrepassano il Danubio, Traiano che celebra sacrifici rituali oppure che si rivolge alle truppe. E ancora le battaglie, il soccorso ai caduti, la presa dei villaggi nemici, la vittoria sugli avversari.
In tutte le scene Traiano appare sempre deciso, carismatico, un adulatore e un comandante a cui rimanere fedele. Protagonista con esso nelle scene, anche il suo antagonista, Decebalo, capo dei Daci, cui è attribuito tutto l’onore e la stima che si deve ad un guerriero eroico, che fa ancora più grande la vittoria dei romani, vincitori su un così grande avversario.
Nei bassorilievi della colonna non ci sono rilievi troppo marcati, ma hanno un carattere pittorico più che plastico, poiché le figure hanno poco volume e le superfici dei piani sono trattate in modo morbido e sfumato.
La Colonna Traiana è la più straordinaria opera d’arte che la romanità ci abbia tramandato: eppure si sta lentamente consumando divorata dall’inquinamento e dalle intemperie. Deve quindi essere rimossa e portata in un luogo più “salubre” oppure deve essere dotata di una teca protettiva. Monumentum aere perennius.