Le vicende legate alla vita e al martirio dei Santi Giovanni e Paolo, da non confondere con gli apostoli omonimi, hanno sollevato diversi dubbi che restano tuttora in gran parte irrisolti. Gli studiosi si suddividono in correnti di pensiero e l’aver ritrovato tre versioni dell’antica “Passio” in cui i due fratelli vengono descritti una volta come maggiordomi della figlia dell’Imperatore Costantino, poi come soldati del generale Gallicano ed infine come privati cittadini benestanti e generosi nell’elargire denaro e aiuti ai più bisognosi, non facilita certo la soluzione degli enigmi. Secondo l’ipotesi più accreditata, nel 361 con l’avvento al trono dell’Imperatore Giuliano, convinto sostenitore del culto pagano, i due furono sollecitati a rinunciare alla fede cristiana. Consapevoli delle conseguenze del loro rifiuto, essi furono rinchiusi e dopo diversi giorni giustiziati nella loro stessa abitazione al Celio, dove con grande probabilità furono anche sepolti. Il 26 giugno 362 è ritenuta essere la data più probabile del martirio ed oggi è il giorno in cui i due vengono commemorati.
Si narra inoltre che il figlio di Terenziano, loro esecutore, fu sopraffatto dall’ossessionante ricordo dei due martiri, di cui si liberò solo dopo aver visto la loro tomba. Questa prodigiosa guarigione lo convinse a convertirsi al cristianesimo ed incorrere a sua volta nella condanna a morte. Con l’interruzione delle persecuzioni l’imperatore Gioviano commissionò la costruzione di una Basilica sopra la casa dei martiri, che diventò presto un importante luogo di culto per i fedeli cristiani.
Questa la leggenda. Per quanto riguarda l’origine delle case romane ritrovate nel 1886 sotto la Basilica, è però necessario tornare indietro almeno fino al II secolo, quando esse nacquero come abitazioni private. Nel III secolo gli edifici si presentavano divisi in una parte bassa, al livello della strada, in cui una zona era occupata da botteghe e retrobotteghe che davano su un cortile interno e nell’altra si trovava un piccolo stabilimento termale privato, di cui sono pervenute alcune vasche. I piani alti continuarono invece ad essere abitati.
In seguito appartamenti e botteghe furono unite in un unico complesso e trasformati in una sontuosa dimora signorile: il cortile diventò un Ninfeo, abbellito da fontane, giochi d’acqua, mosaici, affreschi. Tra questi meritano particolare attenzione due affreschi che sembrano non aver subito considerevoli danneggiamenti nel corso del tempo. Sul primo, ritrovato nella “sala dell’orante”, sono riconoscibili figure maschili, coppie di pecore, sofisticate decorazioni e naturalmente un orante, nella tradizionale rappresentazione a braccia aperte; l’altro, di notevoli dimensioni, ha dato vita a due interpretazioni distinte: potrebbe infatti trattarsi della raffigurazione di Proserpina di ritorno dall’Ade o di Venere con Bacco.
A partire dal V secolo, come testimoniano la piccola nicchia affrescata detta confessio, in cui si riconoscono le immagini di martiri cristiani la confessio, e le tre tombe sottostanti, l’edificio perse la sua funzione abitativa per diventare luogo di culto. A questo periodo è databile anche l’edificazione della Basilica, costruita in garn parte sul perimetro del primo piano dell’edificio preesistente.
Oggi (tutti i giorni negli orari 10-13 e 15-18) è possibile visitare alcuni ambienti, riaperti al pubblico nel 2002 dopo 14 anni di restauro. Durante il percorso, passando attraverso ambienti ipogei su livelli diversi, con l’aiuto di pannelli esplicativi si possono osservare le numerose stratificazioni archeologiche avvenute nel corso dei secoli e non è difficile immaginare perchè la ricostruzione dettagliata della storia di questo luogo sia ancora avvolta da un alone di mistero.
Nel weekend (venderdì e sabato alle ore 20 e la domenica alle 18.30) per gruppi di almeno 15 persone vengono organizzate delle curiose visite guidate. Oltre alla tradizionale illustrazione degli ambienti, in queste occasioni è infatti presente un attore che recita brani dell’antica Roma, ricreando un’atmosfera davvero affascinante.
La prossima volta che vi troverete a passeggiare al Celio, non lasciatevi dunque sfuggire una nuova occasione per esplorare i sotterranei di Roma, restando come sempre piacevolmente sorpresi delle meraviglie che la città ha in serbo per noi.
Le immagini sono tratte da Wikipedia