Sulla via Aurelia da Roma verso nord e dalle rive del mar Tirreno verso l’entroterra vivono da secoli, incastonati come diamanti sullo scettro di una regina, in un contesto naturalistico interessante e bello da scoprire, castelli, fortezze, torri, necropoli, sorgenti termali, oasi naturalistiche e borghi arroccati su speroni di tufo vulcanico.
Agli occhi del visitatore si sventaglia un itinerario ricco di fascino dal sapore mediterraneo e dai paesaggi tipici della Maremma Laziale. E’ anche terra di Etruschi. Oggi, la più grande area archeologica d’ Europa. E il Borgo di Ceri potrebbe essere il punto da cui partire alla scoperta del vasto territorio circostante.
Ceri, un fazzoletto di terra, là in alto, sulla roccia, sospeso tra cielo e terra, frazione del comune di Cerveteri, che ha conservato intatto il fascino del passato. Una corona di mura merlate circonda e protegge, oggi come ieri, le antiche case affacciate sulla piazzetta e strette attorno al Santuario dell’Immacolata e al palazzo Torlonia. La rupe tufacea su cui sorge il borgo passò dagli Etruschi ai Romani e poi ai Barbari. Le prime tracce di Ceri si ritrovano nella Bolla di Papa Gregorio IX del 1236. Tre secoli più tardi nel 1503 dopo essere stata dei Normanni e vassalla di Cola da Rienzo, e poi feudo degli Alberteschi, dei Conti di Anguillara e degli Orsini, dovette subire un assedio di trentasei giorni da parte del Duca Valentino, Cesare Borgia. E solo dopo altri tre secoli, nel 1833, Ceri fu comprata dal Principe Alessandro Torlonia e conobbe un periodo di splendore divenendo nel 1863 un esclusivo Borgo padronale degli stessi Torlonia che lasciarono solo dopo la seconda guerra mondiale.
Caratteristico è l’ingresso al Borgo, scavato nella roccia sotto alte arcate. La strada per arrivare in piazza è stretta e in salita. Gli antichi palazzi cadono perpendicolari, a strapiombo, sulla strada. Vasi e alberi fioriti abbelliscono la piazza e ogni angolo dell’abitato. Un gatto tigrato e fiero padroneggia sui gradini della chiesa della Madonna di Ceri, nella piazzetta centrale del borgo, quasi a voler segnare che proprio quello è il luogo dove anticamente esisteva il culto della dea Vesta. Lo stesso luogo dove nel 1980, durante un restauro, su una parete dell’edificio sono venuti alla luce degli affreschi attribuiti al XII secolo, rappresentanti alcune scene tratte dall’Antico Testamento. Storie della Genesi nel primo registro; nel secondo, storie di Giacobbe, Giuseppe e Mosè; S. Giorgio, altri Santi, la Crocifissione di S. Andrea e S. Silvestro in quello inferiore. Nella chiesa sono conservate le reliquie di S. Felice Papa II, protettore del borgo.
E poi c’è l’anziano seduto su un muretto a gradini a ridosso dell’antico Palazzo Torlonia, con i suoi magnifici saloni ricchi di affreschi, come a voler ricordare che il passato è ancora parte integrante della vita del piccolo borgo. Oggi, infatti, il Palazzo Torlonia, circondato da un giardino incantato con rare specie botaniche, viene utilizzato esclusivamente per congressi, convegni e matrimoni.
Il tempo corre, le stagioni si alternano, la quotidianità si inerpica per le vie dell’antico borgo e tutto diventa familiare, piccolo, a portata di mano. Il ristorante, la pizzeria, il bar e la norcineria vivono di aria e di sapori antichi. E si continua a girare per quei vicoli alla ricerca di qualcosa in più, di un’immagine in più, di un ricordo in più ed ecco che l’occhio corre ai verdi boschi che circondano il borgo, al di là dei muri merlati. Il verde è intenso, pulito, fresco. E si scopre che quel verde è custode della chiesetta di S. Felice Papa II, teatro del leggendario miracolo dei buoi che si rifiutarono di trasportare le sue reliquie a Roma dopo il suo martirio, una mola ed un vecchio fontanile.
Il giro per il Borgo continua con una piccola sosta sulle panchine della piazzetta centrale. Alberi di ulivi ombrano l’area laddove grandi vasi pieni di fiori colorano la vista. Si chiudono gli occhi e si inizia così la gita nel tempo, attraverso le varie epoche storiche, per le strette stradine di Ceri.
Gli etruschi, i romani, gli insediamenti medioevali e poi il rinascimento con le sue nobili casate che hanno lasciato testimonianze del loro passaggio. Tutte testimonianze ben visibili in ogni angolo del piccolo borgo antico.
Per i buongustai, invece, Ceri offre i gustosi piatti della cucina locale a base di cinghiale con polenta, carciofi e pasta lavorata a mano, il tutto accompagnato dal famoso vino di Cerveteri.
Il Borgo di Ceri può essere raggiunto percorrendo la SS1 via Aurelia fino al Km 32,200 (bivio per Ceri ), oppure dalle uscite dell’autostrada A12: Torrimpietra per chi arriva da Roma o Cerveteri per chi giunge da nord.