I vecchi pescatori raccontano di un tempo in cui le coste ancora non erano popolate di città, di strade e di vita e in cui il vento di ponente scriveva storie con il mare. Oggi, molti dei vecchi pescatori sono “andati”, non ci sono più le loro piccole imbarcazioni rovesciate a colorare la sabbia delle spiagge e le reti a intrappolare il guscio di un mollusco. Lungo le coste sono rimaste, come relitti di un tempo lontano, le torri di avvistamento.
La fascia costiera laziale, sabbiosa e rettilinea, era nota agli antichi popoli “del mare”. Nel IX secolo ha conosciuto le “intemperie” dei saraceni. E per necessità sono state costruite le torri di avvistamento con il compito di segnalare situazioni di pericolo. Si bruciava paglia umida che produceva fumo denso e scuro, ben visibile anche a distanza; i fuochi erano tanti quante erano le navi in arrivo e la fumata era orientata verso la direzione da cui queste provenivano. Poiché in genere una torre era in vista della successiva, il segnale veniva rimbalzato di torre in torre fino a raggiungere la guarnigione più vicina o il porto più attrezzato, dal quale salpavano imbarcazioni armate per scacciare le navi nemiche. Nei centri abitati il suono delle campane dava l’allarme, mentre dalle torri partivano messaggeri a cavallo, ad avvisare del pericolo imminente gli abitanti delle case isolate e i villaggi dei pescatori. Alcune di queste torri, quelle più robuste, diventano dei veri e propri fortini deputati a contrastare meglio gli sbarchi dei predoni.
Da Nord a Sud, lungo la costa laziale, da Fiumicino ad Anzio, incastonate come in un mosaico si contano undici torri: Torre di Palidoro, Torre di Maccarese, Torre Clementina, Torre di San Michele, Tor Paterno, Torre del Vajanico, Tor San Lorenzo, Tor di Caldano, Tor Materno, Torre di Capo d’Anzio e Torre Astura. Sono queste le torri che la storia e le intemperie hanno regalato ai posteri. Nel corso del tempo, alcune di loro sono andate distrutte. Tor Paterno e Torre di Capo d’Anzio sono state “abbattute” nel 1812-13 da una flottiglia inglese; mentre, Torre Clementina, Torre del Vajanico e Tor Materno sono state “cancellate” dalle truppe Tedesche nel 1944. Le restanti risultano visitabili anche internamente perché perfettamente conservate.
La Torre di Palidoro che si trova nel comune di Fiumicino dalla forma quadrata e massiccia è circondata, durante la primavera, dai papaveri e dal grano. Una piccola stele collocata ai suoi piedi racconta quello che qui accadde 68 anni fa. La costruzione, su 4 piani, raggiunge una altezza di circa 20 metri. La base poggia sui resti di una antica villa romana. Dal 1943, la Torre di Palidoro, è “legata” all’eroico gesto del carabiniere Salvo D’Acquisto, il quale si dichiarò colpevole di fronte ai soldati tedeschi di un presunto attentato, riuscendo così a salvare la vita a ventidue persone. La stele ricorda il suo gesto.
Cinque miglia più a sud (7,5 Km) della Torre di Palidoro si incontra la Torre di Maccarese. La costruzione non si trova più a ridosso del litorale, per l’avanzamento della costa, ma da un sentiero sterrato che costeggia una costruzione circolare, un antico procoio per le bufale, trasformato in abitazione di un centro agricolo, la si raggiunge facilmente. L’opera di restauro a cui la struttura fu assoggettata nel Cinquecento ne modificò la parte inferiore rendendola a sperone e rinforzando gli angoli con l’inserimento di blocchi di travertino. La Torre è alta 15 metri e ha una pianta quadrata. Il pittore Adrien Manglard ha rappresentato la costruzione in un suo dipinto, oggi conservato al Museo di Roma.
Ancora più a sud, scendendo lungo la costa, Papa Clemente XIV fece costruire, a ridosso del mare una torre che fu chiamata Clementina. Di forma quadrata e alta 20 metri fu distrutta dai tedeschi durante la ritirata del 1944. Al suo posto, oggi, sorge una colonna marmorea sulla cui cima e posta la Madonna Assunta in Cielo.
A Ostia svetta alta, imponente e possente la Torre di San Michele. La costruzione della struttura, progettata da Michelangelo Buonarroti, ebbe inizio nel 1559 e fu terminata nel 1568, durante il pontificato di Pio V, da Giovanni Lippi, che subentrò a Michelangelo dopo la sua morte. La struttura è stata soggetta, nel corso del tempo, a vari restauri. Nel 1930 ha visto l’aggiunta di finestre sulle mura esterne. Adibita a faro per un lungo periodo, è stata poi occupata dai tedeschi ed in seguito dagli americani durante la Seconda Guerra Mondiale. La Torre di San Michele è un edificio a pianta ottagonale dall’altezza di 18 metri e dal perimetro di 96, è totalmente casamattato e dislocato su tre livelli, ognuno comprensivo di otto vani con volta a crociera. Originariamente era circondata da un fossato con un doppio sistema di ponti levatoi. La peculiarità della torre è costituita dalla terrazza, sede della piazza d’armi, il cui massiccio cornicione sporgente è sostenuto da beccatelli in muratura. La pavimentazione della terrazza è obliqua, per permettere un migliore scorrimento dei proiettili incendiari e vanta un’apertura circolare del diametro di otto metri.
Lungo il tratto costiero del comune di Pomezia, fino a due secoli fa era possibile ammirare Tor Paterno. Nel 1812 subì l’ultimo assalto da parte di alcuni marinai inglesi che misero in fuga i difensori della torre e la fecero saltare in aria.
Su una spiaggia di sabbia fine e chiara, quella di Torvaianica, sorgeva la Torre del Vajanico. Costruita nel 1580 per volere di Gregorio XIII e della famiglia Cesarini, fu danneggiata dai Tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale e abbattuta completamente durante gli anni ‘60 del secolo scorso.
Poche miglia più a sud di Torvaianica, nella zona balneare di Tor San Lorenzo, sorge la Torre di Tor San Lorenzo. Fu costruita, per richiesta della famiglia Caffarelli, nel 1570 circa, su disegno di Michelangelo Buonarroti. Per la sua monumentale bellezza fu denominata dagli stessi turchi “La Pomposa”. Alta oltre 30 metri e di forma quadrata, subì seri danni durante l’ultima guerra ma l’opera di restauro la riportò alla sua originale bellezza.
Nel comune di Anzio, a Lavinio Lido di Enea, sorge Tor di Caldano. La torre fa parte della Riserva Naturale Regionale di Tor Caldara. E’ stata costruita probabilmente nel XVII secolo per difendere le caldare, le miniere di zolfo presenti nella zona. Sorge su un piccolo promontorio roccioso distante due miglia dal porto di Anzio. Si tratta di una torre circolare di 10 metri di diametro e 9 di altezza.
Ancora nel comune di Anzio, un po’ più a sud, su commissione di Pio V, Marcantonio Colonna, il vincitore della battaglia di Lepanto (1571), e già autore di Tor Paterno, ricostruì la torre, poi distrutta, che chiamò Tor Materna in onore della madre Giovanna d’Aragona.
Così come, nell’area del Parco Archeologico di Anzio, sono ancora visibili le tracce delle fondazioni della torre di difesa di Capo d’Anzio. una struttura in schegge di selce ricavate da basoli antichi che fu distrutta, come Tor Paterno, da una flottiglia inglese nel 1813.
Oramai è estate, è tempo di mare, di spiagge, e di sole. E’ tempo di scoprire le bellezze della costa laziale. E le antiche torri di avvistamento, gioielli che punteggiano le spiagge, alte e massicce, testimonianza di un passato lontano sono ancora là che aspettano. Aspettano forse un riconoscimento per la loro opera di difesa o forse aspettano solamente uno sguardo amico meravigliato e curioso che va alla ricerca del loro eroico passato.