La Riserva Naturale del Litorale Romano, nata a tutela dei paesaggi e delle aree di interesse storico-archeologico ed agricolo, nei comuni di Roma e di Fiumicino (a cui ne è demandata la gestione per le aree di loro competenza), si compendia tra la marina di Palidoro, la spiaggia di Capocotta ed alcune zone dell’entroterra quali Macchiagrande di Galeria, i territori bonificati delle Pagliete, e di Maccarese e Ostia. I confini della Riserva sono così delimitati dalla città di Roma, dalla via Aurelia e dal mare.
L’idea di istituire una Riserva Naturale su un territorio così vasto (oltre 16 mila ettari) fu concepita alla fine degli anni ’70 del secolo scorso a voler anche fronteggiare la forte espansione urbanistica proveniente dalle aree limitrofe della capitale. E’ il 1982 l’anno in cui costituisce il primo comitato promotore. E’ il 1986 quando il WWF prende in gestione i 280 ettari di Macchiagrande di Fregane. Ed è nel 1987 che il Ministero dell’Ambiente individua l’area da destinare a Riserva Naturale, quale “zona di importanza naturalistica”, divenuta poi Riserva Naturale Statale del Litorale Romano con Decreto del 29 marzo 1996.
La più grande Riserva Naturale italiana, circondata dall’aeroporto internazionale di Fiumicino, si dipana tra percorsi tipicamente naturalistici (l’Oasi WWF di Macchiagrande di Fregene, i tumuleti di Bocca di Leone, la foce dell’Arrone, l’Oasi WWF delle vasche di Maccarese, la pineta di Coccia di Morto, Macchiagrande di Galeria, la valle e la foce del Tevere, la tenuta di Procoio, la Pineta di Castel Fusano e le dune di Capocotta) e percorsi ad interesse archeologico (i resti della città romana di Ostia, i resti dei porti imperiali di Claudio e di Traiano e la Necropoli di Porto all’Isola Sacra). Si passa dalla fascia fluviale lungo il fiume Tevere (ampia e comoda via di comunicazione, in tutte le epoche storiche, tra il mare, le paludi costiere e l’entroterra) a foreste dalla tipica vegetazione mediterranea.
Ospiti di eccezione della Riserva sono molte varietà di mammiferi (volpe, istrice, tasso, cinghiale, daino, capriolo, cervo, ghiro, nutria, faina, donnola, moscardino, martora e il lupo appenninico) e di uccelli (falco pellegrino, fagiano, succiacapre, gruccione, gufo comune, falco di palude, gheppio, poiana, garzetta, airone cenerino, nibbio bruno, allocco, barbagianni, gallinella d’acqua, usignolo di fiume, tarabusino, ghiandaia marina, averla piccola, picchio rosso maggiore, picchio muratore, picchio rosso minore, picchio verde, airone bianco maggiore, airone guardabuoi, folaga, gru, falco pescatore, tarabuso, spatola, mignattino, gabbiano corallino) che è possibile incontrare durante le passeggiate nelle pinete o lungo l’argine del Tevere.
La Riserva diventa così un laboratorio scientifico a cielo aperto ricco di possibilità conoscitive per veterani e neofiti e l’idea, da parte degli Enti Gestori, di educare, informare, ideare e sperimentare strategie di sviluppo dell’area nel rispetto degli ecosistemi e delle loro diversità trasforma questi luoghi in un viaggio totale e totalizzante alla scoperta del territorio e della sua storia. Un viaggio, che può essere strutturato come passeggiata, con bimbi o cani al seguito, o semplicemente in sella alla propria mountain bike o abbinato a guide ornitologiche e floristiche, muniti di taccuino per le osservazioni e il disegno naturalistico, scarponi o stivali di gomma e binocolo per birdwatching, oppure vissuto come una serata all’insegna della musica, del teatro e della cultura alle luci, mai spente, del Teatro Romano degli Scavi Archeologici di Ostia Antica, si trasforma sempre in un legame a doppia mandata tra chi offre e chi riceve, tra chi osserva e chi è osservato e tra chi scopre e chi è scoperto. Ed è proprio nell’ ottica di informare e sperimentare che il Comune di Roma ha istituito nel 2000 il Centro di Educazione e Informazione Ambientale (CEA) avvalendosi dell’ausilio di Associazioni quali Cyberia “idee in rete”, Legambiente-Lazio, LIPU Ostia Litorale, Associazione naturalistica Plinio, WWF Sezione regionale Lazio. I benefici per la popolazione, in termini di valori diretti (utilizzo diretto delle risorse e possibilità di imputare un prezzo di mercato) e valori indiretti (legati a benefici importanti e desiderabili, per esempio lo svago, ma impossibili da monetizzare), derivanti dalla presenza sul territorio di ambienti naturali tutelati e tutelanti, sono innumerevoli e il copione viene vissuto anche attraverso una semplice passeggiata laddove ” il pino ha un suono, e il mirto altro suono, e il ginepro altro ancora, stromenti diversi sotto innumerevoli dita” (da La pioggia nel pineto, Gabriele D’Annunzio)