Regina incontrastata di uno dei più bei salotti di Roma, piazza Navona, la fontana del Bernini con la sua antica storia racconta la scoperta del Nuovo Mondo.
Tra le sue acque scorrono arte, cultura e leggende che non smettono di affascinare, tanto che è uno dei luoghi chiave di ‘Angeli e Demoni', il film tratto dal best seller di Dan Brown.
Anche gli aneddoti non mancano, fin dal giorno della sua inaugurazione, che avvenne completamente senz'acqua.
Non male per la fontana dei Quattro Fiumi!
Dopo essere stato eletto papa, Innocenzo X Pamphili volle abbellire piazza Navona in onore della propria famiglia. Fu così che fece sistemare le due fontane già esistenti, tra le quali desiderò ne venisse collocata una terza.
Il progetto venne affidato nel 1651 al Bernini, che secondo la leggenda si aggiudicò la commissione inviando al pontefice un modello interamente in argento, riuscendo ad avere la meglio sul rivale Borromini.
Vide così la luce una tra le più belle fontane del mondo, capolavoro dell'arte barocca e apice dell'espressione artistica del suo creatore.
Bernini partì da un accuratissimo studio geometrico su piazza Navona.
Di forma ellittica poiché costruita sul pre-esistente stadio di Domiziano, la piazza presentava alle estremità altre due fontane.
L'artista volle inserire la propria opera senza alterare l'armonia degli spazi, e per far questo fece in modo che tutte e tre le fontane risultassero equidistanti, calcolando tra loro una distanza pari al raggio interno degli emicicli.
L'asse stesso della fontana è studiato in funzione dell'allineamento dell'obelisco che la sovrasta, e chiunque abbia un po' di dimistichezza con l'architettura, può rendersi conto che siamo di fronte a un fine studio di rapporti spaziali.
Considerando la precisione matematica con cui fu progettata, la fontana dei Quattro Fiumi non può che stupire per la sua leggerezza e la sua armoniosità.
Dominano quattro imponenti statue, che rappresentano Danubio, Rio del Plata, Gange e Nilo, cioè i maggiori fiumi del Vecchio e del Nuovo Mondo, da cui il nome della fontana.
Si può dire però che la vera protagonista sia l'acqua, che sgorga da più punti, richiamando lo sguardo di continuo da un elemento scultoreo all'altro.
Un effetto, questo, attentamente creato dallo scultore, che voleva che chiunque camminasse intorno alla fontana, venisse sorpreso ora dal leone minaccioso, ora dal cavallo scalpitante.
Al centro svetta un obelisco, proveniente dal circo di Massenzio, con un'iscrizione geroglifica che ricorda la presa di potere di Domiziano nell'81.
Tante sono le leggende legate alla fontana dei Quattro Fiumi.
Una tra le più note vuole che la statua del Nilo sia velata per non vedere l'antistante chiesa di Sant'Agnese in Agone, cui lavorò Borromini, acceso rivale di Bernini.
In realtà il Nilo venne rappresentato velato perché all'epoca non si sapeva ancora dove nascesse, e in ogni caso Borromini iniziò i lavori quando la fontana era già al centro della piazza.
Il carattere burlone del Bernini sembra invece trovare conferma nello scherzo che fece a papa Innocenzo X.
Il giorno dell'inaugurazione, sembra infatti che l'artista abbia mostrato al pontefice la propria opera in tutti i suoi particolari, ma senza un goccio d'acqua.
Quando il papa se ne stava ormai andando, non senza un certo imbarazzo, Bernini fece partire i getti d'acqua, che scrosciarono attraverso la fontana, esaltandone la bellezza.
Il papa esclamò: "Cavalier Bernini, ci avete accresciuto di dieci anni di vita!".