Nell'immaginario del turista che si reca nella Capitale per la prima volta, un posto di assoluto rilievo occupa la famosa Fontana di Trevi, monumento storico di Roma, presso la quale in molti accorrono, oltre che per ammirare la maestosità e la bellezza dell'opera dell'architetto Nicolò Salvi, per dare seguito a quella tradizione popolare secondo la quale lanciando di spalle una monetina dentro la fontana ci si propizia un futuro ritorno nella città.
Resa popolare anche dal capolavoro felliniano "La Dolce Vita", nel quale una splendida Anita Ekberg si tuffa nella vasca invitando Marcello Mastroianni a fare lo stesso e dando vita ad una delle più celebri scene del cinema italiano, la Fontana di Trevi ha alle sue spalle un percorso storico molto lungo e travagliato.
Nasce ai tempi dell'imperatore Augusto, in seguito alla costruzione da parte del cognato Agrippa dell'Acquedotto della Vergine. Agrippa posizionò nell'attuale Piazza di Trevi una delle fontane minori dell'acquedotto, con tre vasche di raccolta affiancate ad un edificio, la quale nell'VIII secolo divenne la fontana terminale dell'Acquedotto.
Le tre vaschette rimasero così fino al 1453, quando papa Niccolò V diede l'incarico a Leon Battista Alberti di restaurare il complesso: le tre vasche furono sostituite da un vascone, pur lasciando le tre grosse bocche d'acqua.
La fontana inizia a prendere corpo con papa Urbano VIII Barberini, che ordina una trasformazione della piazza e della fontana a Giovan Lorenzo Bernini con lo scopo di creare un nucleo scenografico adiacente al proprio palazzo famigliare, Palazzo Barberini.
Entrambi morirono senza che l'opera fosse stata ultimata. A riprendere le redini della situazione più di un secolo dopo fu papa Clemente XII che, volendo costruire una fontana monumentale, invitò i migliori artisti dell'epoca a presentare i loro progetti.
Fu scelto il bozzetto del romano Nicolò Salvi, che iniziò i lavori nel 1732 riprendendo l'idea di Urbano VIII e Bernini, quella di narrare attraverso l'architettura e la scultura la storia dell'Acqua Vergine. La morte prematura di Salvi interruppe per breve tempo i lavori che furono ripresi poco dopo da Giuseppe Pannini, il quale portò finalmente l'opera a compimento nel 1762 sotto papa Clemente XIII.
La grande fontana, considerata da sempre il simbolo della Roma papale, incanta per l'incredibile imponenza e maestosità, non a caso copre interamente un lato di Palazzo Poli.
La scenografia scultorea, costruita nel 1762 da Pietro Bracci, si basa principalmente sul tema dell'acqua: dalla nicchia centrale si innalza la statua di Oceano, adagiata su un carro a forma di conchiglia, trainato da due cavalli marini guidati da altrettanti tritoni. Ai lati nelle due nicchie laterali le statue della Salubrità e dell'Abbondanza, sormontate da due bassorilievi che indicano rispettivamente la Vergine romana che mostra ai soldati assetati la sorgente, e Agrippa che acconsente alla costruzione dell'acquedotto.
Molte leggende sono legate al mito della Fontana di Trevi, e tra queste la più famosa è certamente quella già citata del lancio della monetina, ma ce ne sono altre altrettanto curiose e interessanti come quella legata al grosso vaso posto sul lato destro della fontana, soprannominato "asso di coppe". Si narra che Salvi lo fece collocare proprio in quella posizione per nascondere i lavori dallo sguardo critico e disturbatore di un barbiere.
Degno di nota è anche l'aneddoto che narra la storia dell'acqua dell'amore: quando dalla fontana si attingeva ancora acqua da bere, le ragazze ne facevano bere un po' al fidanzato che partiva, e poi distruggevano il bicchiere in segno di fedeltà.
Al centro di leggende, scene cinematografiche (e non solo nella più famosa di Fellini), fulcro di attenzione da parte di molti pontefici e artisti che hanno attraversato una grande fetta della storia di Roma, sempre in primo piano nelle vicende attuali della Capitale (basta ricordare gli atti vandalici, le restaurazioni, il problema dell'esagerato afflusso dei turisti nella piccola piazza e di chi cercava di accaparrasi i soldi sul fondo della vasca), Fontana di Trevi dall'età del Principato di Augusto fino ad oggi, è riuscita ad attirare una grande attenzione su di sé, e non solo per l'imponenza che la contraddistingue, ma grazie a quel suo fascino misterioso che inevitabilmente attrae ogni turista e per il quale i romani, recandosi tutte le volte in Piazza di Trevi, alla vista del monumento rimangono sempre inermi ed estasiati.