Le fontane romane sono un elemento caratteristico della capitale. Ce ne sono innumerevoli sparse per il centro cittadino e non solo. Esse possono essere viste sotto due diversi punti di vista: come arredo urbano e funzione sociale. Vere e proprie scenografie e quinte urbane poste come fondali delle più importanti vie cittadine, esse furono realizzate per la popolazione in relazione al restauro o alla riattivazione degli antichi acquedotti romani, di cui si fecero promotori diversi papi a partire dal Rinascimento in poi.
In uno dei luoghi più romantici di Roma, il Gianicolo, c'è una fontana monumentale che si offre alla vista in un duplice modo. Da lì si può ammirare uno degli squarci più belli del panorama romano, e allo stesso tempo è essa stessa parte integrante del paesaggio urbano. Molti avranno già capito a cosa sto alludendo, la mostra dell'Acqua Paola conosciuta dai romani come "Fontanone del Gianicolo".
Essa fu voluta da papa Paolo V Borghese eletto il 16 maggio 1605. Non appena eletto al soglio pontificio si interessò quasi immediatamente per la sistemazione dell'antico acquedotto Traiano. L'obiettivo era riportare l'acqua nell'ormai dimenticato Trastevere. L'iniziativa fu promossa da coloro che per primi avrebbero beneficiato dell'impresa, gli Orsini i duchi di Bracciano che erano padroni dell'acqua.
I lavori furono presi in appalto da diverse ditte per l'enormità dell'opera e proprio da questa suddivisione dei incarichi gli architetti che se ne occuparono furono tre: Giovanni Fontana, Carlo Maderno e Pompeo Targone. La paternità dell'opera è però convenzionalmente data al Fontana che ci mise tre anni prima di riuscire a far "zampillare" l'acqua sul Gianicolo. È in questa zona che si allestì il prospetto monumentale del terminale dell'acquedotto. Ne fu artefice sempre il Fontana con la collaborazione di Flaminio Ponzio.
Esso è composto da tre ampie nicchie centrali che sono fiancheggiate da altre due minori da dove sgorga fragorosamente l'acqua che si riversa nella sottostante enorme vasca di marmo, che in origine erano cinque.
I materiali sono di riuso, i blocchi di marmo provenivano dalle rovine del Foro di Nerva mentre le sei colonne che la ornano – quattro di granito rosso e due laterali di granito bigio – provenivano dall'antica basilica di San Pietro. Esse poggiano su basi molto alte e i capitelli sono posti a sorreggere l'architrave. Al di sopra si eleva l'attico sormontato da una nicchia ad arco con lo stemma del papa, un drago e un'aquila, sorretto da due geni alati, realizzato da Ippolito Buzio nel 1610. Qui è inserita un ampia lastra marmorea posta a commemorare l'impresa del pontefice. L'iscrizione contiene però una piccola inesattezza. Si afferma che per condurre l'acqua Paola fu restaurato l'antico acquedotto dell'acqua Alsietina, mentre fu quello dell'acqua Traiana.
Nel 1690 Carlo Fontana realizzò delle modifiche fondamentali sul "fontanone del Gianicolo". Il celebre architetto ispirato dai progetti berniniani per la fontana di Trevi. Sostituì le cinque vasche originarie con un'unica più grande ed aprì interamente il vano dell'arcata centrale sull'orto botanico retrostante e lo decorò con un sottarco sorretto da mensoloni entro il quale fu posta la lapide commemorativa. La fontana dell'acqua Paola è un tipico scenario Barocco affacciato su tutta Roma ed è uno delle fontane della capitale più suggestive. Ora che si avvicina l'estate e vi trovate a fare una passeggiata al Gianicolo mi raccomando non dimenticatevi di andare ad ammirare questo splendida scenografia barocca.