La realizzazione della Fontana di Piazza Campitelli è legata alla fine dei lavori dell’antico Acquedotto alessandrino (per l’esattezza l’undicesimo dell’antica Roma) avvenuta nel 1587. Così com’era avvenuto per quello dell’Aqua Virgo, anche adesso bisognava realizzare un’opportuna ramificazione sotterranea secondaria del condotto, in modo tale da assicurare l’approvvigionamento idrico nelle zone circostanti, in questo caso i colli Quirinale e Viminale. Per fare questo occorrevano, però, delle adeguate fontane.
Quella di piazza Campitelli venne commissionata da Papa Sisto V e del progetto se ne occupò il celebre architetto Giacomo Della Porta.
C’è da dire che la fontana venne però costruita grazie al finanziamento di quattro famiglie nobili che possedevano palazzi sulla piazza, ovvero gli Albertoni, i Capizucchi, i Muti ed i Ricci, i cui stemmi vennero poi scolpiti sui lati concavi della tazza centrale.
In sostanza tale progetto comprendeva una vasca ottagonale in travertino, con i lati alternativamente rettilinei e concavi, al cui interno era collocata una seconda vasca della medesima forma, più piccola ma molto più profonda, che conteneva al centro un catino circolare, sorretto da un pilastro a forma di calice da cui precipitava l’acqua. C’è da aggiungere, però, che la fontana venne realizzata materialmente dallo scultore Pompilio De Benedetti.
All’inizio venne posizionata dinnanzi alla Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli, tuttavia nel 1675 si decise di spostarla definitivamente in posizione piuttosto decentrata, sempre chiaramente nell’omonima piazza (a causa, si dice, del persistente vociare delle persone che sostavano in prossimità della fontana).