A causa di una legge dell’epoca, i recipienti con l’olio non potevano essere riutilizzati e, quindi, venivano svuotati e, alla fine, distrutti. Con il passare dei decenni l’accumulo di detriti provocò la formazione addirittura di una collina alta fino a 35 metri (da qui il nome “testaccio”).
L’architetto Pietro Lombardi venne incaricato, nel 1925, di realizzare proprio questa fontana. Le finalità dell’opera dovevano essere sia utilitaristiche che ornamentali. Alla base della struttura, interamente eseguita in travertino, l’acqua si riversa in 4 vasche rettangolari collocata a croce rispetto al nucleo centrale, contro il quale appoggiano uno dei lati corti, che si unisce all’elemento di centro con una voluta ornata da una testa di montone e dallo stemma capitolino. La fontana venne inaugurata nell’autunno del 1927( anno anche della fondazione dell’Associazione Sportiva Roma, squadra del cuore proprio del rione Testaccio). La destinazione originaria era il centro di piazza Mastro Giorgio, poi chiamata piazza Testaccio, tuttavia per problemi strutturali legati alla stabilità del terreno, venne poi trasferita nell’attuale posizione ed impiegata, diciamo, come una sorta di spartitraffico di piazza dell’Emporio.