Forse siamo abituati troppo bene noi romani. Tanta è la mole di opere d’arte disseminate ovunque nel territorio capitolino da aver impigrito la nostra sensibilità alla bellezza artistica, la nostra percezione sensoriale nei confronti del bello. A nostra parziale discolpa ci sono motivi spesso sperequati ma purtroppo veri, come la fretta, lo stress, il traffico, la mancanza di tempo libero. In uno degli snodi stradali più caotici del centro storico, piazza Bocca della Verità, si trova la bellissima Fontana dei Tritoni, circondata a sua volta da attrazioni notevoli come il Tempio di Ercole, la Basilica di Santa Maria in Cosmedin e l’Arco di Giano.
La fontana fu voluta dal papa Clemente XI (al soglio pontificio tra 1700 e 1721), che ne dispose la realizzazione per perpetuare ai posteri la sua memoria. In effetti, egli contribuì molto alla realizzazione di opere urbanistiche. Durante quel periodo storico, l’idea era quella di diffondere la distribuzione idrica in maniera quanto più capillare possibile nell’area della città, progetto reso piuttosto semplice dalla notevole presenza di impianti di trasporto dell’acqua. L’acqua della Fontana dei Tritoni proveniva da una diramazione secondaria dell’Acquedotto dell’Acqua Felice, uno dei tre acquedotti (insieme a quelli dell’Acqua Paola e dell’Acqua Vergine) costruiti a Roma tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo. La collocazione scelta da Clemente XI non era tra le più felici, essendo all’epoca la zona dell’Isola Tiberina piuttosto vulnerabile alle inondazioni del Tevere e, pertanto, impervia e poco abitata. Per questo motivo la realizzazione dell’opera suscitò parecchie polemiche e critiche nei contemporanei.
La fontana venne ultimata nel 1715 dall’architetto Bizzaccheri, che prese spunto dalle opere di ristrutturazione della piazza in cui si trova attualmente, ispirandosi alla meravigliosa Fontana del Tritone del Bernini. Totalmente realizzata in travertino, la struttura è situata su un basamento circolare racchiuso all’interno di un corrimano metallico, anche questo circolare, che unisce 16 colonnine. La vasca principale ha la forma di una stella ad otto punte ottagonale, rappresentazione simbolica della famiglia pontificia degli Albani, il casato di Clemente XI. Al centro della vasca è collocata una scogliera con elementi di vegetazione acquatica, opera di Filippo Bai che la realizzò traendo spunto dal progetto berniniano della Fontana dei Quattro Fiumi a Piazza Navona. Sugli scogli si trova una scultura di Francesco Moratti, che rappresenta due tritoni in ginocchio, con le possenti code avvinghiate e le braccia sollevate nell’atto di sorreggere un’ampia valva di ostrica, il catino superiore della struttura. In mezzo ai tritoni, all’altezza della testa, si trova l’evidente stemma pontificio. Al centro della valva è situato il trimonzio, dal quale fuoriesce verso l’alto un modesto zampillo d’acqua.
Il progetto originario prevedeva la presenza di quattro mascheroni, dai quali l’acqua sgorgava finendo nella vasca principale. Successivamente (nel XIX secolo), probabilmente a causa della scarsa portata d’acqua disponibile, si decise di eliminarli e la fontana rimase a secco per parecchio tempo. Inizialmente, attiguo alla fontana monumentale, si trovava un fontanile, anche questo smontato e successivamente ricollocato poco distante. Il fontanile serviva i cittadini ed il bestiame in transito dal Foro Boario, antico nome del mercato bovino che si teneva sulle rive del porto commerciale della città (Portus Tiberinus), verso l’area del Foro Romano.
La mirabile fontana è da sempre stata afflitta dalla scarsità di acqua. D’altra parte, il Comune di Roma ha investito diverse volte nelle sue ristrutturazioni, le ultime realizzate nella metà degli anni ’90 e nel 2010. Oggi rappresenta una tappa notevole nell’itinerario che passa dal ghetto ebraico ed arriva al Circo Massimo e poi al Colle Aventino.