La famosa Bocca della Verità, che si trova fra via Luigi Petroselli e via della Greca, è un mascherone in marmo che costituisce una tappa obbligata per qualsiasi turista che desideri visitare la Capitale. La si può vedere collocata nella parete del pronao della Basilica di Santa Maria in Cosmedin.
Le sue origini risalgono all’VIII secolo, quando Papa Adriano I decise di farla edificare. Ad occuparsi di tutto fu una colonia di monaci greci che si erano rifugiati a Roma per sottrarsi alle persecuzioni del movimento politico-religioso degli Iconoclasti. La chiesa, quindi, prese il nome di Santa Maria in Schola Greca e divenne poi nota a tutti come Santa Maria in Cosmedin, dalla parola greca “kosmidion” (ovvero, ornamento). Numerose furono le ristrutturazioni che si susseguirono nei secoli, ricordiamo quella avvenuta (1118) sotto Papa Gelasio II e quella del 1120 da Papa Callisto II.
All’inizio del ‘700, l’architetto Giuseppe Sardi la dotò di una facciata barocca, rimossa a fine ‘800 da G.B Giovenale che decise, invece, di ripristinare quella romanica.
La Basilica di Santa Maria in Cosmedin si presenta con un portico (alla sinistra si può notare la Bocca della Verità) con sette arcate, cui si sovrappongono sette finestre. L’interno è a tre navate separate da una serie di pilastri e vi si può notare un reliquiario contenente il teschio di san Valentino (o almeno così dice la tradizione) e la testa del martire e santo, Adautto. Nella sagrestia, infine, vi è conservato il frammento di un prezioso mosaico raffigurante “l’Epifania”, che prima si trovava nella Basilica di San Pietro.