Le Porte Caelimontana e Querquetulana erano due porte che si aprivano nel tracciato delle mura serviane di Roma (fatte costruire da Tarquinio Prisco nel VI secolo a.C.) Oggi rimane il cosiddetto arco di Dolabella e Silano. Qui vicino si trova la chiesa di San Tommaso in Formis.
Tale chiesa risale al X secolo, epoca in cui Papa Innocenzo III donò l’edificio ai Trinitari (appartenenti, cioè, all’Ordine della Santissima Trinità). Perché un nome simile? È dedicata a Tommaso apostolo, mentre l’appellativo “formis” è dovuto al vicino acquedotto Claudio (in latino, “forma claudia”). Questo significò anche un nuovo progetto, perché i Trinitari decisero di far sorgere lì vicino un ospedale per la cura degli infermi e l’assistenza ai bisognosi. Agli inizi del Duecento Francesco d’Assisi dimorò proprio in questa chiesa e questo grazie all’incontro con Giovanni de Matha, fondatore dei Trinitari. Alla fine del Trecento l’edificio passò al Reverendo Capitolo Vaticano. Nel Cinquecento, invece, iniziò un profondo restauro, cosa che poi avvenne di nuovo nel secolo successivo. Nel 1925, infine, la chiesa di San Tommaso in Formis tornò nelle mani dei Trinitari.
La chiesa è a unica navata e nei pressi dell’altare maggiore vi è un affresco raffigurante “Gesù che invia san Giovanni de Matha”. L’edificio oggi è molto luminoso e ciò è dovuto alla diverse vetrate presenti, ad opera di Samuele Pulcini, e collocate durante il Giubileo del 2000.