Il simbolo del rione Sant’Eustachio è costituito dal busto di Gesù e dalla testa di un cervo. Perché proprio il cervo? Il tutto deve essere ricondotto alla Basilica di Sant’Eustachio.
La prima volta che si parla di tale chiesa risale al 795, nel corso del pontificato di Papa Leone III, ed è descritta come diaconia romana. La chiesa venne ampliata e, si può dire, praticamente ricostruita nel 1196, grazie al volere del pontefice Celestino III (ancora oggi si può osservare il campanile romanico realizzato proprio in quel periodo). La consacrazione della chiesa avvenne immediatamente dopo il termine dei lavori. Successivamente, vennero aggiunti un portico ed un chiostro. Fra il XVII e XVIII secolo, la basilica venne sostanzialmente ricostruita. Si decise di eliminare tutte le strutture strutture medievali, con l’eccezione del campanile. Giovan Battista Contini, Antonio Canevari ed altri architetti, vennero chiamati per la realizzazione del nuovo edificio.
In cima alla facciata, realizzata da Cesare Corvara, vi è una testa di cervo con croce tra le corna (ecco il riferimento al simbolo del rione): questa si ricollega alla visione a cui avrebbe assistito sant’Eustachio durante una battuta di caccia e che fu all’origine della sua conversione. L’interno presenta una sola navata e 3 cappelle con opere di diversi artisti, tra cui Alessandro Speroni, Ottavio Lioni, Biagio Puccini, Tommaso Conca e Pietro Gagliardi. L’altare maggiore in bronzo e marmi policromi è opera, invece, di Nicola Salvi, mentre il relativo baldacchino è stato realizzato da Fedinando Fuga.