Forse quando ci si passa non vi si presta la giusta attenzione, ma dentro l’isola tiberina c’è una chiesa, la Basilica di San Bartolomeo all’Isola, che venne edificata seguendo il volere di Ottone III, imperatore del Sacro romano impero dal 996 al 1002.
Costui decise di dedicarla al suo caro amico e vescovo, Adalberto di Praga, venerato come santo dai cattolici, che lo definiscono patrono di Boemia, Ungheria e Polonia. Tuttavia quando arrivarono le reliquie di San Bartolomeo apostolo, la Basilica cambiò dedica. In realtà le le spoglie che arrivarono a Roma non erano quelle di san Bartolomeo, bensì quelle del vescovo di Nola, san Paolino, e questo perché le reliquie dell’Apostolo rimasero custodite nella città di Benevento.
Nel 1993 passò nelle mani, invece, della Comunità di Sant’Egidio, la struttura che da sempre si occupa di aiutare i poveri, sostenere i malati di AIDS e bisognosi di ogni tipo. Nel 1999 si riunì, nei locali della basilica, la commissione “Nuovi Martiri”, che aveva il compito dovuto indagare sui martiri cristiani del XX secolo.
All’interno vi troviamo varie reliquie, ad esempio quelle del martire Óscar Arnulfo Romero y Galdámez, arcivescovo cattolico proveniente da San Salvador, del cardinale messicano Juan Jesús Posadas Ocampo e quelle del pastore evangelico tedesco Paul Schneider.
Oggi la Basilica di San Bartolomeo all’Isola è il luogo memoriale dei “nuovi martiri” del XX secolo.