La Basilica di Santa Maria in Domnica si trova a piazza della Navicella ed è la sede di una diaconia istituita, nel 678, da Papa Agatone.
Perché l’utilizzo del termine “Domnica”? Questa parola vuol dire “del Signore”, ma il tutto lo si può mettere comunque in relazione con una donna di Ciriaca, che sarebbe vissuta nelle vicinanze di questa chiesa e da qui, perciò, l’appellativo di “appartenente al Signore”. Tale Basilica è conosciuta pure come Santa Maria alla navicella. Perché, in questo caso, “navicella”?
Vi è un riferimento alla scultura romana di una nave collocata davanti alla chiesa e modificata, da Leone X, in una semplice fontana.
La chiesa antica venne edificata verso nel VII secolo, tuttavia Papa Pasquale I decise di modificarla, questo per metterla in linea con i progetti dell’epoca che prevedevano un generale rinnovamento artistico. Tuttavia, i lavori di restauro più importanti e consistenti furono quelli del XVI secolo. La chiesa mantiene oggi lo stesso aspetto che acquisì proprio al termine di quei lavori.
Per quanto riguarda l’esterno, la facciata in stile rinascimentale è opera dell’architetto e scultore Andrea di Niccolò di Menco di Muccio detto Sansovino. L’interno presenta, invece, tre navate di uguale lunghezza. Quella centrale presenta degli affreschi di Lazzaro Baldi ed ha un soffitto a cassettone, ovvero scomparti collocati in maniera regolare a “scacchiera” (tecnica utilizzata già nell’antichità). Il mosaico dell’abside raffigura la “Madonna in Trono fra due schiere di Angeli”, mentre sopra l’arco absidale c’è il “Salvatore fra due teorie di apostoli”. Vicino alla cantoria vi è, infine, un organo a canne costruito, agli inizi del ‘900, da Natale Balbiani.