Saba Archimandrita, originario di Cesarea in Cappadocia, fu monaco e fondatore di molti monasteri, fra i quali quello di Mar Saba, vicino a Betlemme e, anche per questo, ritenuto molto importante. La Basilica di San Saba, che si trova tra il Celio e l’Aventino, prende il nome proprio dalla chiesa e dal monastero che, per secoli, furono l’unica presenza abitata nel territorio.
Nel VII secolo vi arrivarono dei monaci orientali, che provenivano dalle zone circostanti Gerusalemme, precisamente da una comunità fondata da San Saba. Attorno al X secolo la comunità di San Saba fu sostituita sul posto dai benedettini e, successivamente, dai monaci appartenenti alla Congregazione cluniacense. Solo nel XIII si arrivò all’edificazione della chiesa nella forma odierna. Ad occuparsi della sua gestione, ci pensarono adesso i cistercensi, il celebre ordine monastico di diritto pontificio. Poi nel 1573, la chiesa venne affidata ai gesuiti, per farne la sede del seminario pontificio, Collegio Germanico-Ungarico, che si occupò della parte finale della formazione religiosa e culturale del clero. Tale Collegio passò, nel 1773, nelle mani dei domenicani che continuarono nell’esercizio della formazione del clero secolare.
La basilica divenne poi una parrocchia, precisamente nel 1931, grazie ad una bolla pontificia di Papa Pio XI. Infine, recenti scavi hanno portato alla luce i resti dell’oratorio monastico situato nelle vicinanze, occupato dalla IV Corte dei Vigili.