Una chiesa barocca nel cuore della Capitale, precisamente nel Foro Romano. Si sta parlando della chiesa dei Santi Luca e Martina, la cui inaugurazione risale al 1664.
A volere la sua edificazione fu, molto probabilmente, Papa Onorio I (VII secolo) che, del resto, ebbe un ruolo importante pure nella costruzione dell’attigua chiesa di Sant’Adriano. All’inizio, tocca precisare, il suo nome era semplicemente Santa Martina e, dopo un lungo periodo di decadenza, si decise di aggiungere San Luca come titolo. Papa Sisto V, nel XVI secolo, decise di far demolire la chiesa di San Luca dei Pittori. Tuttavia, i Pittori erano una corporazione importante e la perdita doveva essere in qualche modo compensata, ed ecco allora spiegata l’aggiunta della denominazione San Luca.
La chiesa è a pianta centrale con la presenza di quattro absidi. I pennacchi di raccordo della cupola sono decorati con i “Quattro simboli degli Evangelisti” in stucco, opera dello scultore Camillo Rusconi. Nel transetto troviamo una pala del pittore Sebastiano Conca detto il Cavaliere, mentre all’altare maggiore è possibile ammirare una copia del caravaggesco Antiveduto Gramatica, ossia il “San Luca Evangelista che dipinge la Madonna”.
Il celebre architetto e pittore Pietro da Cortona realizzò, invece, la cripta (e questo per volere dei Barberini e per il fatto che fu nominato, nel 1634, principe dell’Accademia di San Luca) che riprende in piccolo le linee architettoniche della chiesa superiore.