In piazza di Santa Maria in Cappella, rione Trastevere, si trova la chiesa omonima, la cui consacrazione risale precisamente al 1090, e questo per volere dei vescovi Ultaldo Sabinense e Giovanni Tuscolano.
Perché proprio un simile appellativo? Non c’è sicurezza, ma solo diverse ipotesi. Ad esempio, alcuni ritengono che il nominativo “cappella” derivi dal latino cupella, ovvero barile. A sostegno di tale ipotesi vi è il fatto che nel XV secolo la Compagnia dei barilai aveva in questa chiesa la sua sede. Altri prendono in considerazione, invece, una lapide collocata proprio all’entrata dell’edificio, dove si fa riferimento ad una specifica espressione que appell ad, che poi nella parlata popolare divenne proprio cappella.
La chiesa di Santa Maria in Cappella venne citata nel 1391, anno che ha visto Andreozzo Ponziani (suocero di S. Francesca Romana) fondare qui l’ospedale del Santissimo Salvatore (divenuto con gli anni un ospizio). Da qui in avanti la chiesa passò di mano in mano, si susseguirono svariati restauri e parecchi momenti di abbandono. I più importanti restauri furono quelli effettuati e voluti (sul finire del Settecento) dal Sodalizio dei Marinari di Ripa e Ripetta e dai Doria-Pamphilj (metà Ottocento).
La facciata è opera dell’architetto Andrea Busiri Vici e da notare la presenza di un campanile in stile romanico, mentre l’interno è a tre navate separate da cinque colonne di spoglio per lato con trabeazioni; inoltre ci sono decorazioni risalenti al restauro ottocentesco.