A Santa Prisca, la martire romana (uccisa quando imperatore era Claudio, 41-54 d.C.) che secondo la tradizione venne battezzata dallo stesso apostolo Pietro, è dedicata la chiesa omonima situata sull’Aventino.
Tale chiesa venne edificata nel IV o V secolo, tuttavia venne gravemente danneggiata durante l’invasione dei Normanni, precisamente nel Sacco di Roma avvenuto nel 1084. Oggi possiamo ammirare, però, gli effetti del restauro risalente al 1660, quindi con una facciata completamente diversa. La chiesa è stretta tra un convento ed un’ala della sagrestia, che in tempio antichi costituiva una delle due navate laterali. All’interno troviamo diverse colonne, praticamente, gli unici elementi che ci rimangono dell’edificio originale. Nella prima cappella di sinistra troviamo il fonte battesimale, costituito da un unico capitello sormontato da una piccola statua raffigurante il battesimo del Cristo. La navata centrale presenta un soffitto a cassettoni lignei e possiamo osservare gli affreschi del Seicento, raffiguranti santi, angeli ed apostoli, ad opera del pittore fiorentino Anastasio Fontebuoni. Costui si occuperà anche degli affreschi del presbiterio, alcuni di questi simboleggianti “Il Martirio di Santa Prisca” e “Il trasporto delle reliquie di Santa Prisca”. Domenico Cresti o Crespi, chiamato pure il Passignano, si occupò invece dell’altare maggiore. Infine è da segnalare l’organo a canne costruito nel 1954, per volere del cardinale Angelo Giuseppe Roncalli, poi divenuto Papa Giovanni XXIII.