La chiesa di Santa Maria dell’Anima è la chiesa della comunità tedesca di Roma e le sue origini risalgono a metà del Cinquecento.
In occasione del Giubileo del 1500 si decise, infatti, di ricostruire una precedente chiesa trecentesca, ma la consacrazione avvenne solo 42 anni dopo. Il fatto che divenne poi la chiesa nazionale dei tedeschi a Roma (all’origine vi erano, tuttavia, tre comunità, ossia quella tedesca, fiamminga e olandese) è legato alle vicende della famiglia Asburgo d’Austria, il cui simbolo dell’aquila bicipite ricorre di frequente nel programma figurativo. La chiesa riuscì a sostenersi grazie ai lasciti testamentari, a elemosine ed a rendite di proprietà immobiliari nella zona.
La facciata rinascimentale di Santa Maria dell’Anima è opera dello scultore e architetto Andrea di Niccolò di Menco di Muccio detto Sansovino (venne, però, completata da Giuliano da Sangallo).
Diverse sono le opere sino a noi conservate, ricordiamo il Monumento funebre di Papa Adriano VI, ad opera di Baldassare Peruzzi, la pala d’altare “Sacra famiglia e committenti” (raffigurante i committenti, i fratelli Fugger, Marco e Giacomo, ed i grandi banchieri di Carlo V) di Giulio Romano, “Miracoli di san Bennone e Martirio di san Lamberto” di Carlo Saraceni, una copia della “Pietà” di Michelangelo di Lorenzo di Lodovico di Guglielmo detto Lorenzetto e, nella cosiddetta “Cappella del margravio”, “Deposizione”, realizzata da Francesco Salviati.