La Porta Esquilina, chiamata pure arco di Gallieno, è una porta monumentale nei pressi delle Mura Serviane, nel rione Esquilino. Qui vicino si trova la chiesa dei Santi Vito e Modesto, edificata attorno all’VIII secolo.
Tale chiesa è, infatti, menzionata per la prima volta nella biografia di Papa Leone III, fra l’VIII e IX secolo. Successivamente cadde in rovina e toccherà attendere il 1477, quando il Pontefice Sisto IV decise di ricostruirla. Tuttavia, la chiesa dovette subire ancora numerosi rifacimenti e restauri (pure piuttosto considerevoli) nel corso degli anni, ad esempio nel XVII e XIX secolo. All’inizio del XX secolo, invece, alcuni lavori servirono per riportare la chiesa all’antica struttura, ovvero con l’entrata principale in via di San Vito. L’edificio prende il nome, com’è facile intuire, da San Vito, giovane martire che subì il supplizio nel 303, a cui gli si attribuivano anche facoltà terapeutiche.
La chiesa presenta unica navata con abside semicircolare e soffitto a cassettoni (o lacunari). È opportuno menzionare l’affresco raffigurante la “Madonna col Bambino e Santi”, opera di Antonio di Benedetto Aquilio degli Aquili, detto Antoniazzo Romano.
Poi, presso edicola rinascimentale, si può osservare altro affresco, stavolta rappresentante la “Madonna che offre il rosario ai santi Domenico e Caterina da Siena”.
Infine, la cripta è importante a causa di una serie di scavi lì avvenuti, che hanno permesso di ridefinire meglio la topografia dell’antica Roma relativamente a questa zona della città, e di ricostruire i primi secoli di vita della diaconia di San Vito.