Secondo la tradizione, la cosiddetta “Scala Santa”, sarebbe quella scala utilizzata da Gesù per poter raggiungere l’aula dove poi lo avrebbe aspettato il governatore Ponzio Pilato per l’interrogatorio e questo, poco prima, della crocifissione.
A Roma c’è proprio la Scala Santa, luogo di devozione e pellegrinaggio, che si trova nel complesso denominato Santuario della Scala Santa, nei pressi della Basilica di San Giovanni in Laterano. Una leggenda medievale accosterebbe tale Scala Santa a quella stessa utilizzata da Gesù e trasportata a Roma, nel 326, per volere della madre di Costantino I, Flavia Giulia Elena ( i cristiani la venerano, però, col nome di sant’Elena Imperatrice).
Il complesso della Scala Santa venne fatto edificare da Papa Sisto V, alla fine del XVI secolo. Ad occuparsi della realizzazione venne chiamato l’architetto svizzero Domenico Fontana.
In questa struttura trova posto, chiaramente, la Scala Santa affiancata da altre quattro rampe di scale, due alla sua destra e altrettante alla sua sinistra. Inoltre, troviamo la cappella di San Lorenzo in Palatio (chiamata pure “Sancta Sanctorum”), ovvero la cappella privata del Pontefice fino agli inizi del XIV secolo e l’oratorio di San Silvestro in Palatio, cui si accede dalla prima rampa di scale a destra.
Nel 1589, sempre per volere di Sisto V, la Scala venne traslocata dal Palazzo Laterano, fino alla “Sancta Sanctorum”. I gradini della Scala, per l’esattezza 28, vennero messi in opera, incominciando dall’alto, in modo tale da non venire calpestati dai piedi dei muratori, bensì toccati soltanto dalle ginocchia dei fedeli. Contemporaneamente iniziarono i cantieri pittorici, sotto la guida di Cesare Nebbia e Giovanni Guerra.
Pure oggi oggi parecchi fedeli e devoti percorrono, rigorosamente in ginocchio, tutta la Scala Santa, pregando e chiedendo delle grazie.