Una delle basiliche maggiori di Roma, inserita nel percorso detto “Giro delle sette chiese”, è il luogo di culto delle reliquie cristiane per eccellenza. Proprio dalle reliquie della Croce infatti deriva il suo affascinante nome.
Raccolte in Terra Santa e portate qui da Sant’Elena, madre di Costantino, furono poste nella cappella dedicata alla Santa, ora nella parte semisotterranea della basilica, dove rimasero per 1610 anni insieme ad alcuni sacchi di terra presi dal monte Calvario che sembra sia parte ora della terra sotto il pavimento.
La basilica che si può ammirare oggi, nel rione Esquilino, risale invece alla metà del ‘700. Al suo interno si trova una cappella appositamente costruita nel 1930 da Florestano di Fausto per contenere le reliquie trasferite qui dall’altra cappella, per essere meglio conservate ed ammirate. Ne fanno parte i sacri resti della Croce, che consistono in 3 pezzi del legno, un chiodo e una parte della tavoletta dove era incisa la sigla INRI, detta elogium. Si aggiungono a queste altre reliquie molto importanti, tra cui 2 spine della corona indossata da Gesù durante la crocifissione e alcuni frammenti della colonna su cui venne legato per essere flagellato. E ancora piccoli resti della grotta del Santo Sepolcro, uno dei trenta denari presi da Giuda per il suo tradimento e la spugna che venne imbevuta con aceto durante la crocifissione per dissetare Cristo. All’entrata della cappella si trova perfino un pezzo della croce del “buon ladrone” che apre la scalinata detta, appositamente, calvario per ricordare la faticosa ascesa al monte.
Originariamente sorgeva in questo luogo di Roma il Palazzo Sessoriano, di cui uno degli ambienti fu trasformato in cappella. Più tardi, intorno al 320, tutto l’edificio venne modificato e trasformato in basilica, detta inizialmente proprio sessoriana, poi in seguito eleniana. Il primo intervento di rifacimento dopo la prima basilica, che consentì anche un suo notevole ampliamento, risale a Lucio II, intorno al 1145. In seguito fu ancora modificata durante il Rinascimento e, infine, nel 1740, anno a cui risale la costruzione della magnifica facciata che fa ancora oggi da quinta alla via di Santa Croce in Gerualemme.
L’interno presenta opere, affreschi e sepolcri di notevole fattura. L’opera forse più interessante è l’affresco intitolato l’Invenzione della Croce che ben rappresenta una leggenda: Elena, alla ricerca delle reliquie, fece abbattere il Tempio di Venere che Adriano aveva fatto costruire proprio sul Golgota e trovò così tre croci. Per individuare quella di Gesù, fece trasportare il cadavere di un uomo, di cui si stava celebrando il funerale, sul monte e lo fece adagiare a turno sulle tre croci: quando il morto venne deposto sulla croce di Cristo resuscitò. L’affresco si trova nel semicatino, risale al periodo rinascimentale ed è attribuito ad Antoniazzo Romano.
Un’altra interessante opera si trova all’interno della Cappella di Sant’Elena: si tratta della statua che rappresenta la Santa, con una croce nella mano destra e due chiodi nella sinistra. In realtà in origine si trattava di una statua romana di Giunone, trovata ad Ostia Antica e poi trasformata per la rappresentazione più appropriatamente cristiana attuale. Nella stessa cappella si può ammirare anche un magnifico mosaico di Melozzo da Forlì che rappresenta Gesù benedicente circondato dagli Apostoli.