La basilica di San Giovanni in Laterano è per l’esattezza un’arcibasilica, ossia una basilica superiore, essendo quella più antica e di rango più elevato rispetto alle altre tre basiliche di Roma: San Pietro, San Paolo e Santa Maria Maggiore.
E’ una preziosa testimonianza artistica e architettonica, uno dei maggiori reliquiari del mondo cattolico, il luogo dove venne indetto il primo Giubileo, oltre che la basilica più antica d’Occidente.
La sua storia è strettamente legata a quella della città di Roma, che l’ha vista nascere, cadere più volte sotto i colpi della storia, e infine risorgere nelle fattezze di oggi.
Le origini della basilica risalgono al 312, quando Costantino vinse Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio. Per celebrare la vittoria, l’imperatore regalò infatti al vescovo di Roma un terreno precedentemente appartenuto alla famiglia dei Laterani, su cui venne edificata una prima Basilica Aurea in coincidenza con l’editto di Milano (313), che legalizzava la religione cristiana.
La costruzione, che si distingueva per la sua bellezza, era costituita da cinque navate, e come tutte le basiliche paleocristiane era rivolta verso Oriente, a simboleggiare l’alba e la rinascita tramite Cristo.
Saccheggiata nel corso del ‘400 da Vandali e Visigoti, e poi restaurata, subì un declino in seguito al quale fu riportata alla bellezza originaria nel 774, in occasione del battesimo di Carlo Magno.
Fu nell’alto medioevo che la chiesa venne dedicata ai Santi Giovanni Battista ed Evangelista, mantenendo la struttura originaria anche dopo un grave terremoto.
Al periodo di massimo splendore durante il primo Giubileo della storia, nel 1300, seguirono secoli di declino, dovuti prima alla cattività avignonese, e poi a terremoti, incendi e battaglie.
Rimane oggi solo l’articolazione a cinque navate dell’antica basilica, che venne infatti completamente ricostruita durante il ‘600 e il ‘700, quando la sua sacralità venne modellata nella forma con cui oggi ci appare.
L’accesso a San Giovanni in Laterano, come in ogni basilica maggiore, avviene attraverso il portico sormontato dalla loggia delle Benedizioni. I battenti della porta centrale sono quelli dell’antica Curia Iulia, o Curia del Foro, appositamente rimossi da papa Alessandro VII e adattati da Francesco Borromini alla nuova basilica.
La facciata fu progettata nel ‘700 da Alessandro Galilei, ed è costituita da un loggiato sovrastante un ampio atrio. Quest’ultimo, sebbene in forma semplificata, richiama lo stile di quello di San Pietro.
Nella facciata, una tra le più rappresentative di Roma, spicca la finestra centrale, delimitata da due colonnine sostenenti l’arco, che si inserisce nella balaustra del tetto.
Quindici statue sacre dominano l’opera di Galilei, che attraverso uno stile pulito, è testimonianza del tramonto dell’arte barocca.
L’interno della basilica è costituito da cinque navate, quella centrale con soffitto a cassettoni, le due limitrofe a cupolette e quelle estreme a soffitto piatto.
La ricostruzione, avvenuta a metà del ‘600, è opera del Borromini, che creò un vero e proprio capolavoro grazie all’articolazione del corpo centrale in archi, pilastri e navate minori, consentendo alla luce esterna di illuminare gli interni rivelandone tutta la preziosità.
All’incrocio del transetto si trova l’altare papale, dove solo il pontefice può celebrare la messa, sovrastato da un reliquiario con grata in oro, contenente le teste degli apostoli Pietro e Paolo.
La pavimentazione è quella della basilica medievale, uno dei pochi elementi originali giunti a noi, oltre al mosaico dell’abside e al ciborio.
Nel vicino Palazzo del Laterano, l’antico palazzo dei papi, è conservata la Scala Santa, portata a Roma da Santa Elena, madre di Costantino, dove Gesù sarebbe salito per essere giudicato da Ponzio Pilato. Sulla sommità della scala si trova la cappella Sancta Sanctorum, che custodisce alcune tra le più importanti reliquie cristiane.
Il Battistero Lateranense, è invece ritenuto il luogo dove fu battezzato Costantino. Il battesimo dell’imperatore avvenne in realtà in Oriente, ma il battistero per diversi anni fu l’unico esistente a Roma, e ispirò la costruzione di molti altri, oltre che la simbologia della fontana di vita, espressione della vitalità del mondo.
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