Ecco una passeggiata romantica molto romana, ammirando vedute mozzafiato del Colosseo e dei Fori Imperiali, fino a scoprire San Pietro in Vincoli facendo un salto a Colle Oppio.
A qualsiasi ora del giorno o della sera, e se possibile è vivamente consigliato la mattina presto o al tramonto per i suoi fantastici colori arancio, è lo scorcio del Colosseo che si intravede dalla via da cui prende il nome: la famosa Via del Colosseo. Per essere più precisi, provenendo da Largo Corrado Ricci, quel grande slargo che si affaccia sui fori e dove si erge la Torre dei Conti, Via del Colosseo è la prosecuzione di Via del Cardello: seconda stradina a destra su via Cavour dopo il benzinaio.
Camminando per questa stretta via si arriva a incontrare faccia a faccia proprio il Colosseo, o meglio il suo angolo ‘tagliato’. Ora siamo esattamente a Largo Agnesi, proprio sopra la fermata della metro B ‘COLOSSEO’!
E proprio lì vale la pena affacciarsi alla balconata e godersi il paesaggio.La valle del Foro cosiddetta, depressione compresa tra le alture del Palatino e del Campidoglio, era nell’antichità una palude attraversata dal Velabro, un breve corso d’acqua che in età arcaica si gettava nel Tevere. Provate a immaginare quell’epoca…. e fate arrivare lo sguardo dove si scorge la via Sacra.Quella a ciottoli grandi dietro l’arco di Costantino, è la strada che per l’appunto attraversava la valle del Velabro! E dopo aver sognato un po’ di vita romana, potete attraversare via degli Annibaldi passando il ponticello‘sospeso’ che da Largo Agnesi, anzi da Via Vittorino da Feltre, porta a via della Polveriera, che sbuca proprio davanti alla Facoltà di Ingegneria dell’Università la Sapienza. Sapete qualcosa di questa facoltà? E’ una delle facoltà più antiche di Roma. Nasce infatti appena dopo l’Unità d’Italia, nel 1873, come Regia Scuola d’Applicazione per gli Ingegneri di Roma e la sede prescelta è l’edificio dell’ex convento della Congregazione del Santissimo Salvatore in Laterano, che sorge sul Fagutale: la maggiore delle alture sul colle Esquilino che si trova dove è la chiesa di San Pietro in Vincoli, con il suo splendido portico a cinque colonne quattrocentesco e le tre navate interne ricche di pitture di Domenichino, Guercino ma soprattutto del capolavoro del Mosè di Michelangelo. La basilica deve il suo nome alle catene (‘vincoli’) che furono utilizzate per legare San Pietro nel vicino carcere mamertino. Proseguendo verso destra si può imboccare la stretta Via delle Sette Sale e arrivare a viale del Monte Oppio fino alla basilica carmelitana di SS. Silvestro e Martino ai Monti, oppure scendere le scale e tornare indietro su Via Cavour. Se si opta per la visita al Colle Oppio oltre a scegliere via delle Sette Sale che pero’ taglia un bel pezzo di parco, si può tornare indietro da San Pietro in Vincoli verso Via della Polveriera e accedere da via del Monte Oppio. Il parco di Colle Oppio si estende in totale per 11 ettari e comprende tra i suoi confini via delle Terme di Traiano, Via Mecenate, Via Labicana, Via Nicola Salvi e Via delle Terme di Tito. Dalle alture del colle proviamo a rivivere altre leggende romane anzi neroniane. Nei primi anni del suo regno sembra infatti che Nerone avesse fatto costruire una sua prima casa sull’Esquilino, ma questa bruciò nell’incendio del 64 d.c.
Sembra quindi che successivamente decise di farsene costruire una più ampia e maestosa, la famosa ‘Domus Aurea’, che si estendeva dal Palatino fino al Celio passando proprio per San Pietro in Vincoli e le Mura Serviane. Quando Nerone fu condannato a morte la Domus Aurea fu distrutta quasi del tutto e vi furono costruite sopra delle Terme, da Tito e Traiano. Nel XVI secolo infatti le rovine del Colle venivano chiamate Terme di Tito. Oggi possiamo considerare il parco come ‘il tetto della Domus Aurea neroniana’ . Vi fanno male i piedi? NO. La passeggiata è breve, ma ne vale la pena!