Se ci si pone al centro di Piazza del Popolo di fronte alle chiese gemelle di Santa Maria in Montesanto e Santa Maria dei Miracoli, si scorge alla sinistra di via dei Condotti unadelle vie storiche più caratteristiche di Roma, via del Babuino, che collega la suddetta piazza a Piazza di Spagna.
Una targa la ricorda come patrimonio artistico di Roma e del mondo, mentre un’altra dice che dal 2002 questa via è gemellata con la Madison Avenue di New York.
Attraversando Via del Babuino si ha la sensazione di assaporare l’atmosfera più chic di Roma, incontrando alberghi lussuosi (il più celebre, Hotel de Russie), boutiques, e gallerie d’arte. Hogan, Armani, Chanel, Tiffany, Paciotti Jewels; e poi, la Galleria Carlucci, Cesare Lampronti, Benucci, Antonacci, Apolloni e Canova-Tadolini permettono ai passanti di spaziare dallo shopping all’arte alla cultura, passando per la Feltrinelli e arrivando fino alla contigua via Margutta, la celebre via delle gallerie d’arte contemporanea di Roma.
La via, già esistente da tempi più remoti, durante i primi anni del Cinquecento prende il nome di via Clementina, dal papa Clemente VII che le diede un nuovo assetto. Modificandosi ancora in via Paolina, da Paolo III, nel corso del Settecento vi si installò la celebre statua del Sileno che divenne in poco tempo tanto conosciuta tra gli abitanti da essere ribattezzata “er babuino”, sembrerebbe a causa della sua bruttezza. La statua del Babuino, insieme a quelle del Pasquino, Marforio, Madama Lucrezia, abate Luigi, e del Facchino costituiscono il gruppo delle folkloristiche “statue parlanti” di Roma, cioè quelle statue alle quali gli abitanti affiggevano dei versi satirici in dialetto o latino rivolti ai governanti e al potere costituito. Tradizione questa che ancora non si è persa!
La via ospita anche diversi edifici di interesse storico-artistico, civili e religiosi. I palazzi sono un esempio del passaggio architettonico-urbanistico avvenuto dalla fine del Seicento fino all’Ottocento – Palazzo Nainer – passando per una deliziosa facciata in stile neorinascimentale del palazzo Boncompagni Sterbini del secolo XVIII, al civico 41, in cui le finestre del registro superiore sono sormontate da archi ornati a conchiglia e, nel registro centrale, busti di uomini illustri osservano i passanti sulla strada. Passando inoltre davanti al civico 51, non si può non notare il dragone che sostiene il sovrastante balcone del portale del Palazzo Boncompagni Cerasi del secolo XVII.
Nei pressi dell’incrocio con via dei Greci è ubicata la chiesa cattolica di rito greco di Sant’Anastasio, eretta nell’ultimo ventennio del Cinquecento per volere di papa Clemente XIII. La Congregazione dei Greci venne istituita pochi anni prima della costruzione della chiesa, con l’intento di dare maggiore autonomia alle minoranze e bloccare così i movimenti eretici. La facciata è serrata tra le due torri campanarie, il cui schema ricorda quello della chiesa di Trinità dei Monti. La decorazione interna è realizzata dal manierista Francesco Trabaldesi, ad eccezione dell’Assunzione e della Crocifissione, attribuite al Cavalier d’Arpino.
Un interessante esempio dello stile neogotico è invece la Chiesa Anglicana di Ognissanti (All Saints) realizzata alla fine dell’Ottocento, il cui esterno in mattoni rossi contrasta con le circostanti facciate in travertino.