Guardie e ladri

Guardie e ladri, quando tragedia e comicità si inseguono

Guardie e ladriTe sparo, sai.
Non puoi.
Perché?
Puoi sparare solo per legittima difesa: io non offendo.
Va be’, allora sparo in aria a scopo intimidatorio.
E va be’, io non mi intimido e sto qua.

“Guardia e ladri”, il film del 1951 di Mario Monicalli e Steno, è uno dei massimi esempi di commedia mai partoriti dalla cinematografia italiana. Si mescola sapientemente comicità e dramma, equivoci e tragedia. Per non parlare poi degli attori, gli indimenticabili Totò ed Aldo Fabrizi, qui in forma strepitosa.

Far ridere gli spettatori e, allo stesso tempi, farli pure riflettere un po’ senza appesantire troppo. Questo è, possiamo dire, il segreto dell’enorme successo di questo film che, ricordiamo, è stato presentato alla 5ª edizione del Festival di Cannes, dove Piero Tellini si è portato a casa il premio come miglior sceneggiatura, mentre Totò ha vinto il Nastro d’Argento assegnato dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani.

“Guardie e ladri” è ambientato a Roma nel secondo dopoguerra. Si tratta, perciò, di un periodo non semplice per tutto il Paese. Ci si affanna per rinascere, per riportare in alto il nome dell’Italia uscita a dir poco malconcia dal conflitto mondiale. C’è povertà, ma anche voglia di darsi da fare, di cercare un mezzo per sopravvivere. Ecco allora Ferdinando Esposito, interpretato in modo magistrale da Totò, ossia un ladruncolo che cerca di sbarcare il lunario con piccoli furti. Tutto ciò lo fa, è bene dirlo, per mantenere la sua famiglia. Assieme al suo amico Amilcare (Aldo Giuffrè) finge di aver trovato una moneta antica nel Foro Romano e la vende per 50 dollari ad un turista americano, Mr Locuzzo (William Tubbs), che si accorge troppo tardi della truffa oramai avvenuta suo danno. Poi ci ritroviamo davanti al Quirino, dove avviene la distribuzione di alcuni pacchi-dono, destinati alle famiglie romane in difficoltà. I due ladruncoli assoldano un gruppo di bambini, che dovranno recitare la parte dei loro figli, tuttavia Esposito è senza biglietto. All’entrata del teatro incontra un agente di polizia, ovvero il brigadiere Lorenzo Bottoni (Aldo Fabrizi), il quale per non bloccare la fila gli permette lo stesso di entrare. Subito, però, il colpo di scena, perché il presidente del comitato di beneficenza è proprio quel turista americano truffato, e durante la distribuzione dei pacchi riconosce Ferdinando e decide così di denunciarlo.
Inseguimento Guardie_e_ladriDa qui in poi assisteremo al lunghissimo (e divertentissimo) inseguimento da parte del grasso brigadiere Bottoni.  I due, nel proseguo del film, si conosceranno meglio, scoprendo di avere pure molti problemi in comune, ad esempio, difficoltà economiche, problemi in famiglia, ecc. Tutto questo permetterà a loro di divenire amici, anche se la guardia dovrà portare comunque a termine il suo dovere. Al termine del film i ruoli, possiamo dire, si ribalteranno con Ferdinando che comprenderà la situazione del brigadiere e deciderà di lasciarsi arrestare. Una vita grama accomuna le due famiglie, ma i ruoli sono diversi: Bottoni è la guardia, mentre Esposito è il ladro. Tuttavia, sarà un senso di solidarietà e comprensione a prevalere, perché durante la permanenza in carcere del ladro, sarà proprio Bottoni a badare anche alla famiglia di Ferdinando.
Tutto bello, dunque, ma la censura dell’epoca decide di mettersi in mezzo. La commissione censura, infatti, non tollerava che un agente di pubblica sicurezza stringesse legami di amicizia con un ladro e, addirittura, con la famiglia. Alla fine i due registi, una volta accontentata la pressante commissione con qualche taglio ed alcune modifiche, riuscirono ad avere il tanto agognato via libera.
La lunga scena dell’inseguimento rimane la più bella del film e lì possiamo notare alcune location romane. Ecco allora Via delle Vergini, Via dell’Umiltà, per poi arrivare in Via dei Campi Sportivi e, infine, nel luogo dove oggi si trova la circonvallazione Salaria.
Bellissimo esempio, perciò, di “neorealismo comico”. La realtà raccontata, quindi, con un taglio comico ma non banale. Il passaggio di Totò ad un nuovo personaggio, che mostra un volto non più solo comico ed irriverente, ma anche prossimo al drammatico, venne particolarmente apprezzato sia dagli spettatori che dalla critica sempre esigente.
Un film, perciò, assolutamente perfetto: grande cast, ottima regia, soggetto e sceneggiatura all’altezza…
Oggi, troppo spesso, si utilizza il termine “commedia” per etichettare un film. Si tratta, teniamolo a mente, di un genere di assoluta qualità. Quella di oggi è commedia, in larga parte, di basso profilo e che strizza l’occhio a tutto ciò che è commerciale e di scontato. Esilarante è l’inseguimento che vede coinvolti Totò e Fabrizi, oggi c’è l’inseguimento alla mediocrità…

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