Si può dire addio al talento all’età di 58 anni? Questa potrebbe essere la situazione di Dario Argento, il celebre regista di film horror e thriller che, oramai da tanti anni, sembra aver perduto, in maniera quasi irrimediabile, il suo grande talento di cineasta. Argento è nato nel 1940 e, all’età di 58 anni, ha girato il primo film deludente della sua carriera (alcuni sono ancor più critici e collegano il declino al film del 1996, “La sindrome di Stendhal”), ossia l’ambizioso “Il fantasma dell’Opera”. Con questo film siamo nel 1998 e da quel momento il regista ha deciso, involontariamente, di dire addio al proprio talento. I suoi lavori successivi sono un disastro allo stato puro, con l’unica eccezione rappresentata da “Non ho sonno” (2001), che raggiunge la sufficienza (scolasticamente parlando). L’apice della mediocrità lo raggiunge, forse, con “Il cartaio” (2004), ma anche “Giallo” (2009) può contendere quel triste risultato. Cosa può, quindi, essere accaduto nella mente di Dario Argento?
Il regista romano ha diretto film che hanno fatto la storia di un certo tipo di cinema. “Profondo rosso” (1975), “Suspiria” (1977) e “Inferno” (1980) sono ritenuti i suoi capolavori, ma andrebbero considerati a dovere anche i suoi primi lavori, in particolare la cosiddetta “Trilogia degli animali” composta da “L’uccello dalle piume di cristallo” (1970), “Il gatto a nove code” (1971) e “Quattro mosche di velluto grigio” (1971).
In tanti attendevano un ritorno in grande stile e l’annuncio dell’inizio delle riprese dell’ultimo capitolo delle “Tre Madri”, aveva provocato enorme interesse ed ansia di poterlo poi vedere al cinema. In realtà, è stata l’ennesima delusione, forse quella più grave.
I primi due film della Trilogia, ossia “Suspiria” e “Inferno” sono stati molto apprezzati dagli spettatori ed anche dai critici. All’estero “Suspiria” ha avuto numerosi riconoscimenti ed è forse più famoso dello stesso “Profondo rosso”, considerato da molti come l’opera perfetta di Argento. La Trilogia tratta delle vicende legate ad una triade di streghe antiche e spietate, Mater Suspiriorum (presente in “Suspiria”), Mater Tenebrarum (“Inferno”) e Mater Lacrimarum (“La terza madre”). Queste donne decisero di commissionare, all’architetto e alchimista italiano Emilio Varelli, le loro tre dimore collocate in diverse parti del mondo, Friburgo, New York e Roma. Ed è proprio a Roma che è ambientata gran parte dell’ultima parte della Trilogia, “La terza madre” (alcune scene sono state, però, girate nell’amata Torino). Sarah Mandy (Asia Argento), una giovane archeologa, viene chiamata da un’amica per aprire assieme un’urna da poco ritrovata a Viterbo. Quando l’urna misteriosa viene aperta, si materializzano una donna, una scimmia e tre demoni che uccidono brutalmente Giselle (Coralina Cataldi Tassoni), l’amica di Sarah. Si è quindi risvegliata Mater Lacrimarum, l’unica superstite delle streghe che, nei secoli, hanno seminato morte ed atrocità di ogni tipo. Piano piano si diffonde tra la gente una follia collettiva, si moltiplicano gli esorcismi e, intanto, diversi seguaci della strega si dirigono a Roma, la sede di Mater Lacrimarum. Alla fine, Sarah scoprirà di essere la figlia di una donna, Elise Mandy (Daria Nicolodi, che è anche la vera madre di Asia Argento), una strega “bianca” che, in passato, aveva contrastato il potere malvagio di Mater Suspiriorum. Toccherà, perciò, a Sarah il duro compito di opporsi e sconfiggere la crudele Mater Lacrimarum e fermare così la propagazione del male.
Un film deludente sotto tutti i punti di vista. Questo è un po’ il commento lapidario che è arrivato dai critici e, soprattutto, dagli appassionati dei film di Argento. Il paragone con i primi due capitoli, chiaramente, non può reggere. Non è soltanto questione di un cinema attuale diversissimo da quello degli anni ’70 ed ’80. Non c’è atmosfera, o qualcosa che possa suscitare tensione nello spettatore. Stesso giudizio per quanto riguarda il lato tecnico, con una fotografia mediocre (siamo lontani dalla perfezione mostrata, soprattutto, in “Suspiria”) e da scelte di regia non riuscite. Gli attori si muovono quasi allo sbaraglio, questo perché Argento decide di abdicare al suo ruolo di regista. La colpa è della presenza ossessiva della figlia Asia? E’ questa la tesi che è circolata, infatti, tra i fan del regista. Asia diventa la protagonista dei film del padre, a partire da “Trauma” (1993), da molti ritenuto il primo film non proprio riuscito di Argento. Da quel momento è presenza fissa, con qualche isolata eccezione, di tutti i film del padre. La sua, tuttavia, non è mancanza di talento come attrice, anche perché ha lavorato pure con diversi altri registi, prendendosi belle soddisfazioni. No, il problema non è Asia, bensì del talento perduto di papà Dario. Il regista sembra quasi essere divenuto un dilettante, cancellando la bravura dimostrata ampiamente nei film che lo hanno reso celebre non soltanto in Italia, ma anche all’estero. Perché chiamare attori mediocri? Perché non dedicarsi con più acume all’elaborazione della sceneggiatura? Perché non prestare la dovuta attenzione ad un lavoro di doppiaggio, in certi casi, mediocre? E le scelte tecniche in ambito di fotografia e di montaggio?
Si dovrebbe chiamare, quindi, un valido psichiatra per cercare di comprendere il disturbo che affligge il celebre regista? Tuttavia, ogni cosa potrebbe essere spiegata con un semplice dato di fatto. Dario Argento ha terminato le idee ed è questa una cosa naturale, perché accade anche a musicisti, scrittori e così via. Non ci sono problematiche di natura mentale, è solo l’assenza definitiva di quella “scintilla” chiamata idea.
Dario Argento è adesso impegnato nelle riprese del suo nuovo film “Dracula”, che uscirà in 3D. Progetto ambizioso, anche se pericoloso e azzardato, a causa delle numerosi versioni cinematografiche esistenti, prime tra tutte quella notevole di Francis Ford Coppola.
Insomma, il buon Dario le prova tutte per cercare di dire ancora la sua con nuovi film, ma difficilmente riuscirà a suscitare paura come nei suoi migliori lavori. Oggi, magari, può suggerire solo un po’ di tenerezza…