Un film che ha cambiato una vita. No, non si tratta della vita di uno spettatore in particolare, anche se nella vita tutto è possibile, ma di quella di Carlo Verdone. Non è azzardato dire che si tratta del momento di svolta per l’attore romano, qui anche al debutto come regista. Uno dei suoi film più importanti e famosi, forse il più importante in assoluto, quello che ha condizionato, per così dire, tanti altri suoi lavori futuri.
Probabilmente senza il valido aiuto di un grande maestro del cinema, Sergio Leone, tutto ciò non sarebbe stato possibile. E’ lui, infatti, il produttore del film, colui che ha aiutato Verdone ad imparare le tecniche di regia e i modi migliori per dirigere un set. I risultati sono ottimi, perché “Un sacco bello” si può, senza dubbio, considerare uno degli apici della sua carriera, e spesso l’attore viene proprio associato ad uno dei personaggi indimenticabili di tale film. Enzo, Leo e Ruggero rappresentano varie “anime” dell’attore stesso e sono stati caratterizzati, quindi, molto bene.
Il film è del 1980 e ciò vuol dire addio agli anni’70. Quindi, c’è anche da parlare del cambiamento, di un’Italia che, piano piano, inizia a modificare costumi e modi di vita. Roma è la Capitale e, perciò, è luogo ideale per rappresentare questo. Verdone avrà sempre un rapporto privilegiato con tale città, la sua città. Parecchi suoi film possono essere definiti anche come omaggio a Roma, un po’ come Alberto Sordi. Non è un caso, infatti, che Verdone sia stato definito l’erede dell’Albertone nazionale.
Verdone interpreta, dunque, vari personaggi e ciò verrà ripetuto in tanti altri lavori, quasi una sua costante. Lo sdoppiamento di personalità è quello che contraddistingue l’attore, che presenta un carattere non facile da inquadrare e le varie sfaccettature sono riportate, perciò, nei personaggi che interpreta.
Siamo in piena estate e Leo parte con un suo amico per la Polonia, alla ricerca di “emozioni” sessuali, se così si può dire. Il progetto però non si potrà realizzare per un malore dell’amico, il tutto intervallato dai racconti improbabili di Enzo. Altro personaggio è Leo, giovane molto insicuro ed ingenuo che deve raggiungere la madre a Ladispoli. L’incontro con una ragazza spagnola provoca in lui disagio ma, allo stesso tempo, tentazioni. Si passa poi ad altro simpatico personaggio, ossia Ruggero, una persona convinta di avere visioni mistiche, che professa l’amore libero e detesta l’incalzante consumismo. Il padre, tuttavia, cerca di fargli cambiare stile di vita e qui iniziano circostanze esilaranti che porteranno a rovesciamenti di situazioni. Insomma, tutte dinamiche che ritroveremo anche in altri film del regista romano. Se una formula ha funzionato, e questo è proprio quello che è accaduto, occorre ripeterla inevitabilmente. Ciò non riguarda soltanto i personaggi caratteristici e caricaturali, ma anche l’ambientazione romana. E’ proprio Roma ad avere un ruolo fondamentale in “Un sacco bello”. Tanti esterni sono girati a Trastevere, nel cuore della città, lì dove si respira proprio la pura romanità. Poi c’è il giardino zoologico, l’ospedale San Gallicano, Porta San Paolo, ecc… Carlo Verdone e i suoi personaggi funzionano, anche perché inseriti in un contesto romano. Senza Roma, perciò, Verdone non potrebbe esprimersi al meglio. Difficilmente l’attore riuscirà a separarsi dai suoi personaggi, quelli di “Un sacco bello”, ma anche quelli, ad esempio, di “Bianco rocco e Verdone” (1981) e “Viaggi di nozze” (1995); ma non sarà neppure semplice continuare a fare film lontani da Roma.
Verdone deve ringraziare Sergio Leone per averlo aiutato nella realizzazione del suo primo film da regista, ma anche la sua stessa città che lo ha, per così dire, forgiato come attore. Roma, alla fine, è il vero regista di Carlo Verdone.