Nella borsa per Ivan Cotroneo, regista romano d’adozione, c’è l’ntervista alla ‘Kriptonite’ sul film che è nelle sale in questi giorni.
Mentre domenica si proiettava a gogò il film ‘La Kriptonite nella Borsa’ al cinema, in TV andava in onda invece ‘Tutti pazzi per amore 3’. Due gradevoli ‘carezze’ sulla vita quotidiana, diversamente ambientate e realizzate da un’unica mente creativa, quella di Ivan Cotroneo, scrittore, sceneggiatore e regista. Il film è la storia di Peppino, 7 anni, che vive in una grande famiglia, unita ma ‘scombinata’. Tutti insieme in un’ambiente, come succedeva una volta.
Nel film la mamma, depressa a causa di un tradimento del marito, lascia il figlio nella casa materna dai nonni, e ad ‘accudirlo’ saranno i due zii giovani e ‘trendy’ che lo porteranno in giro con loro ovunque, dai collettivi di autocoscienza alle riunioni femministe fino alle danze a base di droga e rock ‘n roll. Insomma, trascinandolo in un vortice creativo tutto nuovo come quello degli anni ’70!!! Con la nostra solitudine d’avanguardia, oggi, sembra proprio si sia persa questa dimensione ….e quella visione ci fa venire un po’ di nostalgia….. tutti insieme appassionatamente. Il messaggio è gradevole, la visione molto carina. E Superman ci fa sognare…. Come fanno i bambini. Il film ha musiche anni ’70, con i Planet Funk e Nancy Sinatra (figlia illustre di ‘the Voice’), portando in scena attori italiani di successo in un cast che vede tra gli altri, attori come Valeria Golino, Luca Zingaretti e Cristiana Capotondi. La trama si svolge in una Napoli dagli scorci particolari che lasciano intravedere il grande fascino partenopeo. Un fascino che Ivan, nato a Napoli ma romano d’adozione dagli anni ’90, non ha mai perso, e che mostra nella vitalità delle sue opere.
L’entusiasmo e la gioia del carattere di Ivan, sorridente e positivo, così frizzante nella sua regia, traspare sia nel film che nella fiction. Ivan, è merito del 1968, tuo anno di nascita mitico nonché pietra miliare di un’epoca che potremmo definire danzante?
“Forse sì. Merito sicuramente di una famiglia molto numerosa e allegra. E poi ho avuto la possibilità di vivere da bambino quegli anni, i primi settanta : anni di sogno, di speranza, di libertà, in cui non si aveva paura di sognare… anni in cui a me piccolo tutto sembrava una scoperta… “
Anni che sembrano aver lasciato in Ivan comunque un bel segno. E’ un film autobiografico il tuo, anche se Peppino il protagonista, ha quattro anni più di te?
“Il film non è per niente autobiografico per quanto riguarda le vicende raccontate, ma lo è totalmente per quanto riguarda la figura del bambino. Peppino è un po’ solitario, porta gli occhiali come li portavo io, e si sente un po’ a disagio in mezzo agli altri esattamente come me. Come me, è un bambino che trova rifugio nella fantasia, e nell’affetto degli altri, che gli arriva in forme misteriose, ma gli arriva forte e potente. E ha un rapporto di adorazione per gli zii giovani e scapestrati, come lo avevo io.”
Napoli di origine, Roma di adozione. Tu sei a Roma ormai da quasi vent’anni, quindi puoi permetterti di fare un raffronto tra queste due città. E raccontarci cosa ami particolarmente di questa città…. I luoghi, i romani o che altro?
“Napoli è la mia città, e mi ha formato per quello che sono. Ma Roma è la città che mi ha accolto nel ’90, la città dove ho studiato cinema, dove ho conosciuto i miei amici della età adulta, e dove ho iniziato a lavorare. Appena arrivato, giravo in motorino stupefatto dalla bellezza di Roma. E ancora oggi, specialmente quando torno a casa di notte, mi stupisco del fatto di vivere in una città così meravigliosa. E poi la gente… quando dico che questa città mi ha ‘accolto’ lo dico sul serio, e lo ha fatto con grandissimo affetto.”
La Roma delle fiction, la conosci bene. Ci piacerebbe sapere di questa cosa preferisci e cosa prediligi… per girare?
“Nelle fiction, e in particolare in ‘Tutti pazzi per amore’, mi ha fatto piacere privilegiare gli aspetti magici di questa città. Quelli che incantano, che fanno innamorare. E’ ancora una città in cui la quotidianità come per incanto si trasforma in altro. E poi la vita di quartiere, che è così speciale. Io vivo a Trastevere, ed è incredibile trovarsi nel centro di una metropoli e avere intorno l’affetto di quello che sembra un piccolo paese.”
Pensi che il regista abbia reso al massimo la storia tratta dal libro?
“Penso da regista di avere insieme tradito e rispettato il mio libro. Spero di avere fatto qualcosa che sia altro dal libro, una nuova espressione della stessa storia. Non ho mai pensato di fare solo un’illustrazione del libro, tutta la fatica allora sarebbe stata inutile. Spero di essere riuscito a riportare il tono del libro, quel misto di grandi risate e di commozione che mi era piaciuto scrivere”
Avevi già in mente il film quando hai scritto il libro?
“No, per niente. anzi, dei miei quattro romanzi è quello che ho scritto davvero senza pensare alla struttura cinematografica del racconto. Eppure è stato il primo a essere adattato per lo schermo.”
Cosa si poteva rendere meglio o più ampiamente visto che in un film i dettagli sono più difficili da rendere?
“E’ difficile per me dirlo. Forse, se avessi avuto in mente di fare un film da tre ore sarei riuscito a portare nel film più materiale. Ma ci tenevo a costruire una commedia dalla struttura narrativa forte, che durasse i canonici novanta minuti. Spero di avere usato il tempo e le possibilità che avevo per fare un buon lavoro, un film che faccia uscire contenti gli spettatori dai cinema.”
Sicuramente sì! Grazie ad Ivan per questa commedia deliziosa e grazie anche di averci regalato quella bella colonna sonora anni ‘70 che sta spopolando su tutte le radio… con i suoi ‘stivaletti rossi’. http://www.youtube.com/watch?v=FMoTrPY-cP0