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Nanni Moretti, la Roma di “Caro Diario”

nannimoretti2Nel 1993 realizza Caro Diario. Un film in tre parti: In vespa, Le isole, e Medici. Sembra quasi un documentario in cui interpreta per la prima volta sé stesso: Nanni Moretti. Un film dove il carattere autobiografico si mescola e si “culla” in una Roma surreale, in una città di incroci, di strade, di viali alberati, di palazzi e di case. Eh sì, le case di Roma. Venute su quasi in un silenzio ovattato, a formare, a costruire quartieri su quartieri, e a ingabbiare sogni e speranze. Un lavorìo lento scandito da un tempo che ora, nel film, sembra trovare la sua ragione solo attraverso il silenzio di un’assolata e calda settimana del mese di agosto.

C’è chi è chiuso in casa e chi è partito. E la macchina da presa di Nanni Moretti cattura immagini di una Roma deserta dove tutto sembra possibile persino un giro zigzagando in sella a una Vespa verde, idolo di tanti giovani italiani e ingrediente di tanti film famosi, per i quartieri romani.

La sua voce parla e racconta e il suo occhio cattura immagini: “La cosa che mi piace più di tutte è vedere le case, vedere i quartieri. E il quartiere che mi piace più di tutti è la Garbatella. E me ne vado in giro per i lotti popolari. Anche quando vado nelle altre città l’unica cosa che mi piace fare è guardare le case. Bello sarebbe un film fatto solo di case: panoramiche su case. Garbatella 1927, Villaggio Olimpico 1960, Tufello 1960, Vigne Nuove 1987, Monteverde 1939”.

nannimoretti3L’occhio “da presa” cattura e fa mostra dei tanti volti di Roma. Cambiano i colori delle costruzioni, si va dal rosso sbiadito, quasi un rosa antico delle case, nascoste dai viali alberati della Garbatella, al grigio dei palazzoni, sornioni e imponenti, di Vigne Nuove. Cambia la natura sui marciapiedi e lungo le strade: da alberi a ombreggiare le vie al nulla. Una Roma, quella nel film Caro Diario, che viveva di altri colori e di altri sogni, lontana, da noi, appena vent’anni.

E poi c’è anche Casalpalocco e qui la storia cambia. Nanni Moretti, continua a saettare con la moto tra le vie, questa volta, fittamente alberate. E adesso il suo non è solo un vedere ma è anche un sentire, un sentire gli odori. Odori diversi, odori di un popolo “altro”. E “passando davanti a queste case sento un odore di tute indossate al posto di vestiti, un odore di videocassette, di cani in giardini a far la guardia e pizze già pronte dentro scatole di cartone … ma perché sono venuti quaggiù 30 anni fa” quando ancora Roma era una città bellissima?

Con Caro Diario, tra le strade e i quartieri di una Roma tranquilla, pulita, quasi una città di altri tempi, Nanni Moretti mette in scena una sorta di cinema verità, dove il personaggio conduttore è egli stesso, regista e attore e tutto, forse, è destinato a diventare metafora. Le strade: il tempo che scorre inesorabile verso il domani, il dopo e il lontano. Le case: l’essere umano, il suo guscio e il suo apparire. I quartieri: i pensieri, i progetti e le opinioni.

nannimmoretti1Il girovagare di Nanni Moretti è senza meta, senza plot narrativo, senza storia, senza personaggi e durante questo viaggio il regista cerca di entrare in contatto con la realtà che lo circonda, di costruire un rapporto di interazione: cerca di avere un dialogo con degli sconosciuti, si inserisce in un’orchestrina da ballo, va al cinema da solo, incontra il suo mito l’attrice Jennifer Beals, visita i posti dove non è mai stato, come Spinaceto.

Insomma, Caro Diario è un film costruito con le cose che si hanno intorno, con le cose con cui si vive tutti i giorni, con i desideri, i sogni e i pensieri, con la Roma quotidiana.

Le altre due parti del film sono “meno” romane e sicuramente più personali, più private. Così la ricerca di pace, di tranquillità, di solitudine, e di fuga caratterizzano Le Isole. E un susseguirsi di scene immancabilmente portano, conducono, lo spettatore al passo finale: Medici.

Nanni Moretti che in un bar di Monteverde ordina un cappuccino, un cornetto e un bicchiere d’acqua: un sorso di sana romanità!

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